Blur

(1989, Colchester, Inghilterra)

Band di culto, band rivoluzionaria, band di grande fantasia, band di popolarità mondiale, band di continui tentativi di svolta. Sono stati una delle cose più importanti della musica pop degli anni Novanta, soprattutto in Gran Bretagna. Poi una delle due teste, il chitarrista Graham Coxon, ha deciso di lasciare; e l’altra testa, il cantante Damon Albarn, ci è rimasto male e continua a dire che senza Coxon non sarà più la stessa cosa. Intanto si è inventato altro, dalle raccolte di musica terzomondista al successone dei Gorillaz.

Sing
(Leisure, 1991)
Canzone dalla storia agitata. Fu ripescata dal periodo pre-Blur della band, messa dentro al primo disco dei Blur – ignorato fuori dalla Gran Bretagna – e uscì come b-side del primo singolo. E quando ripubblicarono l’LP negli Stati Uniti, la tolsero. Poi ricomparve nella colonna sonora di Trainspotting. Se lo meritava, perché benché non succeda praticamente niente per cinque minuti scanditi da un pianoforte incessante e tramviario, ha un feeling particolare e arioso, ottima scelta per una colonna sonora.

Sunday sunday
(Modern life is rubbish, 1993)
Fu il terzo singolo da Modern life is rubbish, quello che andò meglio. C’era già tutto quello che i Blur avrebbero fatto poi, dal suono britpop alle indulgenze più rock, ai temi della deprimente quotidianità britannica. Una domenica bestiale.

Girls and boys
(Parklife, 1994)
Gli inglesi chiamano “eurotrash” quel pop da classifica di solito proveniente dai paesi del Nordeuropa, spesso per opera di bands che poi spariscono nell’oblio, molta elettronica e una melodietta che funziona coi ragazzini: tipo “Barbie girl” degli Aqua, per capirsi. Questa canzone fu l’imitazione e la parodia dell’eurotrash e al tempo stesso la presa in giro del nascente cazzeggio degli anni Novanta e della gioventù squinternata ed eccitata che li frequentò. L’ironia fu ignorata da quella stessa gioventù e dalle classifiche di mezzo mondo: la canzone aprì la strada a un’ennesima era di britpop di grande successo internazionale.

Trouble in the message centre
(Parklife, 1994)
Ritmone. Ritornello abbastanza inutile, ma strofa tiratissima: sapete schioccare le dita?

Parklife
(Parklife, 1994)
La canzone contiene alcuni versi recitati in cockney dall'attore Phil Daniels, il quale compare anche nel videoclip del brano. La canzone è citata spesso a proposito della cosiddetta "battaglia del Britpop" tra Blur e Oasis. Nel febbraio 1996 Liam e Noel, nel ricevere un premio, si esibirono in una parodia irriguardosa di "Parklife" (il titolo fu cambiato in "Shite-life").

Country house
(The great escape, 1995)
La resa dei conti con i rivali Oasis arrivò quando Damon Albarn decise di fare uscire il nuovo singolo dal nuovo cd la stessa settimana del nuovo singolo dal nuovo cd degli altri, “Roll with it”. Gli Oasis poi sostennero che del loro non erano state stampate abbastanza copie, ma insomma: al numero uno andò “Country house”. Non durò a lungo: quando dal disco degli Oasis uscì fuori “Wonderwall”, chiuse la partita delle vendite.

The universal
(The great escape, 1995)
La più bella canzone dei Blur, per come si inventa l’andamento lento della strofa e il refrain liberatorio, illusorio e “anthemico”, come dicono gli inglesi: e per come li mette assieme.

Entertain me
(The great escape, 1995)
In realtà è la stessa canzone di “Girls and boys”, suo sequel.

You’re so great
(Blur, 1997)
Suona un po’ strana, per una canzone dei Blur: e in effetti la suona e la canta Graham Coxon tutto da solo, in un disco già molto più rock e “americano” rispetto ai precedenti, proprio su insistenza dello stesso Coxon. Ma nella sua anomalia, “You’re so great” aggiunge l’esemplare “canzone struggente” al repertorio altrimenti sempre un po’ freddino-pop dei Blur.

Strange news from another star
(Blur, 1997)
Benché citi il titolo di un racconto di Hermann Hesse del 1915, è impossibile non legare il riferimento astronomico al suono bowiesco della canzone.

Song 2
(Blur, 1997)
Quando la canzone fu presentata per la prima volta dal vivo Damon Albarn disse: "Questa si chiama "Song 2" perché ancora non le abbiamo dato un nome». Il titolo provvisorio divenne definitivo. Nel febbraio 2012, è stata decretata come il sesto ritornello più esplosivo di tutti i tempi dalla rivista NME.

Coffee & TV
(13, 1999)
Uno sguardo indietro al suono e ai coretti di qualche disco prima, ottimo pop prodotto da William Orbit. Il video, per chi se lo ricorda, era quello del cartone di latte che va alla ricerca di Graham Coxon.

Tender
(13, 1999)
Il verso "Tender is the night" è tratto dal romanzo Tenera è la notte dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald, il cui titolo a sua volta è un omaggio alla Ode to a nightingale di John Keats.


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