Britpop

1994 ALTERNATIVE | POP

If every reaction has a “re-reaction”, then Britpop is the re-reaction to Grunge (since Grunge was a reaction itself against Glam Metal). Enough with all the feeble, depressing sorrow and back to glamorous Rock! This soft but catchy kind of Pop is sometimes credited as the least original genre of the nineties. On an auditory level there is indeed not much shocking: a clear wink to British (of course) Mersey Beat but roughened up by the presence of Indie Rock, with sometimes synthesizers and electronic effects to cast a certain glam mood. What makes the genre so well-known, popular and clearly defined is not its sound then, but the Rock ‘n’ Roll mentality of it: the cocky attitude of British frontmen determined to conquer the stage, steal the show and awe the masses. There is a reason for such attitude: many British bands were fed up with the overall dominance of American Rock bands in the British hit charts of the early nineties (mostly due to Grunge). As such they created a strong anti-American music genre, with a very narrow range of influences (all British). Of course, the sound, vocals and song structure are all means to this end. Which explains why Britpop is same meat, different gravy, but very attractive.

da MusicMap
Britpop è il ‘movimento’ che raggruppa alcuni gruppi britannici alt/pop apparsi all'inizio degli anni novanta. Si tratta in generale di artisti che cercarono di riattualizzare le melodie degli anni sessanta e degli anni settanta, aggiungendovi tematiche mutuate dalla new wave o dalla dance music, e sfruttando le nuove tecniche produttive, sino a generare un suono del tutto peculiare.

Il britpop ha riscosso molto successo nel Regno Unito fra il 1994 e la fine degli anni novanta. Ad oggi gode ancora di discreta popolarità. Fuori dai confini britannici, fatta eccezione per pochissimi nomi (Oasis e Blur su tutti) ha comunque sempre avuto difficoltà ad attecchire, a causa della forte connotazione nazionalista della proposta.


Animal nitrate | Suede
(Suede, 1993)
Il titolo della canzone è un riferimento al nitrito di amile, una droga che si inala. L'idea della canzone è nata quando il cantante della band attraversa un periodo in cui "la droga stava prendendo il posto della gente".

Lucy | The Divine Comedy
(Liberation, 1993)
Per questo brano i Divine Comedy hanno semplicemente aggiunto le note ad alcuni versi dell'omonimo poema di William Wordsworth. Versi peraltro presi in ordine sparso: prima la strofa III, poi la II, poi la V. Che anche "Lucy in the sky with diamonds" dei Beatles sia ispirata alla stessa poesia?

Babies | Pulp
(His n hers, 1994)
Storia di angosce adolescenziali. La canzone termina con lui che si scusa con la sua amica per essere andato a letto con la sorella di lei: "Sono andato con lei solo perché ti assomiglia".

Common people | Pulp
(Different class, 1995)
Jarvis Cocker prese spunto da una studentessa d'arte di nazionalità greca (pare sia ora la moglie di Yanis Varoufakis, ex ministro del governo greco) che il cantante dei Pulp corteggiava nel 1988. Nonostante fosse fisicamente attratto da lei, trovava alcuni aspetti del suo carattere irritanti e snob, come ad esempio quando dichiarava di volersi trasferire a Hackney (un sobborgo di Londra) per vivere come le "persone comuni". Fa venire in mente "Love of the common people" di Paul Young.

Alright | Supergrass
(I should Coco, 1995)
We are young, we run green
Keep our teeth nice and clean
See our friends, see the sights
Feel alright

Don’t look back in anger | Oasis
((What’s the story) morning glory?, 1995)
Noel Gallagher disse che l’attacco l’aveva copiato da “Imagine”, e quello che “lanciò una rivoluzione dal suo letto” è notoriamente John Lennon. Il titolo si riferisce all’opera di John Osborne, Look back in anger. Gli Oasis hanno sempre detto che le parole non dicono niente in particolare e che Sally non esiste, lasciando ai fans involute spiegazioni su quel che le sarebbe successo (tamponata in auto? casini di droga? stuprata dalla band?).

Wonderwall | Oasis
((What’s the story) morning glory?, 1995)
Wonderwall era un film del 1968 in cui un professore squinternato riempiva di buchi i muri di casa sua per vedere l’avvenente vicina di casa, interpretata da Jane Birkin. La colonna sonora era di George Harrison. Quale sia la relazione di tutto questo con la canzone non si sa, e il suo significato è sempre stato misterioso. A un certo punto – quando si erano lasciati – Noel Gallagher spiegò che non c’entrava niente con la sua fidanzata Meg, ma che siccome tutti sostenevano di sì, lui non aveva avuto il coraggio di smentirlo.
Thom Yorke dei Radiohead disse che la svolta della sua band verso dischi più arditi e di ricerca nacque dall’ascolto di “Wonderwall”: «Il rock and roll aveva toccato la perfezione: o cambiavamo strada o cambiavamo lavoro». “Wonderwall” è una perfetta popsong, così perfetta che la cover più tormentata e languida di Ryan Adams è più bella ancora.

Beautiful ones | Suede
(Coming up, 1996)
Here they come
The beautiful ones

The day we caught the train | Ocean Colour Scene
(Moseley Shoals, 1996)
You and I should ride the tracks and find ourselves just wading through tomorrow.
Ingredienti beatlesiani e invenzioni rock in ugual misura, fu il singolo dei Ocean Colour Scene più popolare in Gran Bretagna, e arrivò al numero quattro in classifica. Di quelle canzoni con cui cominciare una giornata gasati: “When you find that things are getting wild, don’t you want days like these?”.

Hundred mile high city | Ocean Colour Scene
(Marchin’ already, 1997)
Quando uscì Marchin’ already, scalzò dal primo posto in classifica il disco degli Oasis, Be here now. Noel Gallagher degli Oasis, che aveva sempre apprezzato gli Ocean Colour Scene (più tardi disse che avrebbe voluto aver scritto “Golden gate bridge”), mandò allora un elegante complimento alla band: una targa che diceva “Alla seconda miglior band della Gran Bretagna”. Intervistato sul gesto, Steve Cradock degli Ocean Colour Scene disse che riteneva un onore appartenere alla seconda band della Gran Bretagna, secondi solo ai Beatles.

Song 2 | Blur
(Blur, 1997)
Quando la canzone fu presentata per la prima volta dal vivo Damon Albarn disse: "Questa si chiama "Song 2" perché ancora non le abbiamo dato un nome». Il titolo provvisorio divenne definitivo. Nel febbraio 2012, è stata decretata come il sesto ritornello più esplosivo di tutti i tempi dalla rivista NME.

Wide open space | Mansun
(Attack of the grey lantern, 1997)
Wide open space, I'm standing
I'm all alone and staring in to space

Good enough | Dodgy
(Ace A's + Killer B's, 1998)
If it's good enough for you, it's good enough for me
It's good enough for two, it's what I want to see

Tender | Blur
(13, 1999)
Il verso "Tender is the night" è tratto dal romanzo Tenera è la notte dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald, il cui titolo a sua volta è un omaggio alla Ode to a nightingale di John Keats.

Moving | Supergrass
(Supergrass, 1999)
"Moving" parla del tedio delle tournée della band.

Gin soaked boy | The Divine Comedy
(Secret history, 1999)
Neil Hannon in crisi di identità elenca le mille cose che lo descrivono (“sono questo”, “sono quello”), in un crescendo di arrangiamenti e di “pappà-pappa-parara”. Alcune battute sono fulminanti: “sono la bella nella bestia”, “sono il perché no nel perché”, “sono Jeff Goldblum nella Mosca”.
Il titolo cita una canzone di Tom Waits, ma nel testo ci sono anche “I’m the ruby in the dust” (da “Cowgirl in the sand” di Neil Young), “I’m the ghost in the machine” (il disco dei Police) e "I’m the catcher in the rye" (il titolo originale del Giovane Holden).

Suicide | Elastica
(single, 2000)
I know there's something out there
Feels like suicide
Always something turning
Something going through my mind

Playlist


Brani citati