Quarantunes: le precauzioni

Continua da Quarantunes: i sintomi. La serie completa consiste in: la pandemia, i sintomi, le precauzioni e infine la ripartenza.

Every breath you take | The Police
La canzonetta perfetta dei Police. Un po’ troppo melensa per i fans duri e puri: malgrado Sting abbia poi confermato la possibilità che parli di uno stalker piuttosto che di un premuroso fidanzatino di Peynet. Ma c’è quel giro di chitarra, da esporlo in un museo. Fu un successone: si dice che Sting guadagni 2000 dollari al giorno solo dalla sua programmazione sulle radio americane. Anni dopo, tornò in auge con una rielaborazione hip-hop di Puff Daddy ().

Il cielo in una stanza | Gino Paoli

Altrove | Morgan
Da Canzoni dell'appartamento. E dove se no?

Apartment story | The National
Nelle ultime 4 settimane sono diventato un profondo conoscitore del mio appartamento.

Faccio la mia cosa | Frankie Hi-Nrg
"Nella casa". E dove se no?!?

Work from home | Fifth Harmony, Ty Dolla $ign

U can't touch this | MC Hammer

Wash | Bon Iver

Afraid of everyone | The National
"Paura di tutti". Quella che era una critica severa della cultura mediatica che prospera sulla paura, ora è ancora più attuale

Don’t stand so close to me | The Police
Ancora quegli ipocondriaci dei Police. Non starmi così vicino, stai a un metro. Anzi, stai a casa tua.

Stai lontana da me | Adriano Celentano
Anche Celentano non scherza con la paura di contagio. Questa però è un 'falso italiano', essendo la cover tradotta di "Tower of strenght" di Gene McDaniels, musicista di R&B soft.

Far from me | Nick Cave
E Nick Cave non è da meno ...

2000 miles | The Pretenders
... senza arrivare però all'esagerazione dei Pretenders.

Asshole pandemic | Pkew Pkew Pkew
“Stronzo pandemico”. Si tratta di colui che non prendendo troppo sul serio questa vicenda ha deciso di non praticare il "distanziamento sociale", mettendo forse a rischio la sicurezza di tanti e comunque allungando i tempi della quarantena per tutti.

Io e te da soli | Mina
Scritta da Mogol e Battisti, suonata dalla PFM (e Battisti al pianoforte). Più gospel di altre e il grosso del lavoro lo fa Mina<: “Per pietà, per carità!”.

A shot in the arm | Wilco
In tutta onestà, non credo che Wilco qui intendesse dire "starnutisci nel gomito" e nemmeno "inoculati il vaccino" (comunque, non il vaccino). Ma facciamo tutti finta di crederci.

Isolation | John Lennon
È l’esatto contrario, concreto, del sogno di “Imagine”. “Abbiamo paura di tutti / abbiamo paura del sole / isolamento".

Isolation | Joy Division
Isolamento, uno stato d’animo che qualcuno cerca. E che qualcun altro si ritrova costretto a vivere. Con la paura addosso.

This town ain’t big enough for both of us | Sparks
"Questa città non è abbastanza grande per noi due". Dobbiamo distanziarci!

La solitude | Barbara
C’è chi raccoglie per strada un gatto, e pensa che serva contro la solitudine. E chi invece raccoglie per strada la solitudine, e ci si affeziona.

La solitudine | Laura Pausini
Evvai! Sono riuscito a infilarci anche la Laura, con l'obiettivo di rendere più 'nazional-popolare' questa playlist. Ma - lo confesso - questa canzone mi è sempre piaciuta.

(In my) Solitude | Billie Holiday
“In my solitude / you haunt me / with reveries / of days gone by”. Canzone di Duke Ellington. Lei dà l’impressione che se anche lui tornasse, sarebbe sola lo stesso.

Solitary man | Neil Diamond
Dopo l’hanno cantata in molti, e anche meglio di lui che l’aveva scritta (anche se i fiati qui sono impagabili, se non vi scappa da ridere). Ad esempio è perfetta per Johnny Cash () e la sua eterna immagine di dignitosa sofferenza. Bella anche la versione di Chris Isaak. In Italia fu tradotta per Gianni Morandi: “Se perdo anche te”.

Io mi rompo i coglioni | Bugo
Ebbene sì!

(They long to be) close to you | The Carpenters
"Vorrebbero esservi vicini". Popolare brano composto da Burt Bacharach, portato al successo nel 1970 dai Carpenters, ma interpretato da molti altri, tra cui i Cranberries ().

Da non fare a casa e sopratutto fuori

Abbracciala abbracciali abbracciati | Lucio Battisti
Una di quelle matasse fantastiche di suoni che si inventava Battisti.

Close to me | The Cure
Di nuovo una canzonetta pop, questa volta senza le chitarre e persino con dei fiati. «Come quei giorni in cui senti di non aver combinato niente, e non vedi l’ora di chiudere la giornata e cominciarne un’altra. E ti dici che farai un sacco di cose, domani. Ma il giorno dopo è come il precedente, e a volte va avanti per settimane» disse Robert Smith. Speriamo di no, adesso.

Stand by me | Ben E. King
Il più grande successo di Ben E. King. In Italia la cantò nel 1962 Adriano Celentano con il titolo "Pregherò" () che, per chi crede, non è affatto fuori luogo.

Stand by me | Oasis
Tutti insieme ora: “STAND-BY-ME!”. La mamma di tutti i tormentoni degli Oasis. Ha un verso fantastico, sovversivo rispetto al canone delle canzoni d’amore che dicono “vieni via con me, tutto sarà meraviglioso, ci ameremo per sempre”: “Stand by me” dice “stai con me, va’ a sapere come andrà a finire”.

I’ll stand by you | The Pretenders
Power-ballad all’americana, con i Pretenders primi ad ammettere di averla scritta per le classifiche, consci che fosse un po’ troppo qualsiasi per il loro stile. Ma funzionò.

Stand by your man | Tammy Wynette
Nessuno canterà mai “Stand by your man” meglio di Tammy Wynette<, e nessuno trascinerà mai con altrettanta passione la sillaba finale di quel “the love you caaaaaan!”. Ma detto questo, può darsi che a voi maschi in quarantena là fuori venga la lacrima facile anche con la versione di Lyle Lovett (), come agli omaccioni del locale country dei Blues Brothers. Bella anche la versione di Carla Bruni ().

Stand by my woman | Lenny Kravitz
Per par condicio, ecco la canzone simmetrica della precedente. Qui siamo sul soul soul, con un pianoforte Beatles, e la solita grandezza di Kravitz nello staccarsi dalla voce vellutata a quella appassionata, tirata fuori dalla gola infilandoci la mano fino all’avambraccio.


Strani giorni | Franco Battiato
Sarà perché mi piace Battiato o sarà perché Battiato è talmente grande da aver riempito le nostre vite di canzoni straordinarie e sempre attuali. Sia come sia, dal solo album L'imboscata si potrebbero estrarre 5 brani per questa playlist: oltre a questo e a "La cura", anche "Amara solitudine" (), "Serial killer" () e, con un tocco finale di ottimismo, "Splendide previsioni" ().

Strange days | The Doors

Io sto bene | CCCP - Fedeli Alla Linea
Pezzo non rassicurante come potrebbe far pensare il titolo. E non propone il miglior modo di gestirsi se occorre stare chiusi in casa. “Non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport”, con dissonanze punk e desolazioni padane. È la “This is not a love song” dei CCCP.

Stayin' alive | Bee Gees
Ancora dalla colonna sonora de La febbre del sabato sera.

Only the strong survive | Jerry Butler
Mammà lo diceva sempre: “sopravvivono solo i più forti”.

Vivo morto o x | Ligabue

I will survive | Gloria Gaynor
Un pezzo carico di speranza e anche un hashtag perfetto, peraltro ripreso con ironia e buone intenzioni proprio in occasione della pandemia corrente. Da ricordare la versione ‘nerd’ ed 'explicit' dei Cake. ()

Knockin’ on heaven’s door | Bob Dylan
"Bussare alle porte del paradiso". Quanto ci accadrà se ci andrà male. Anzi bene. Anzi male. Qui propongo anche la versione di Antony and the Johnsons (), cantata da Antony per imparare a suonare la chitarra.

Ode to my family | The Cranberries
"Ode alla mia famiglia": in generale, che resiste con noi; in particolare, che pulisce h24 mentre io faccio playlists ... . Questa canzone entra in testa: già come inizia, è pura spietatezza acustica. Potrebbero fare un remix che fa solo “dudduruddù” tutto il tempo. È una cosa affettuosa verso la famiglia, l’andarsene, i tempi che furono e che inevitabilmente non sono più. “Dasèniuan cheeher, dasèniuan cheeher, dasèniuan cheeher...”.


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