Tirarla in lounge

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: non vuol dire niente, non è tanto un genere musicale quanto l’umore di chi la sceglie, ha finito col comprendere qualsiasi cosa sembrasse vagamente fighetta, esisteva già prima e la mettevano negli ascensori o dal dentista, e spesso è una palla mortale. Ma è stata la maggiore novità sociomusicale degli anni Novanta, nel bene e nel male. E non deve essere necessariamente sushi, calle, mogani e cosmopolitan.

Jazz music | De-Phazz
(1999)
Pit Baumgartner è un produttore tedesco, che mette insieme suoni latini, retrò, elettronica e campionamenti vari. “One, two, three!"

At the river | Groove Armada
(Vertigo, 1999)
Il passaggio originale – “if you’re fond of sand dunes and salty air...” – era in “Old Cape Cod”, una canzone del 1957 cantata da Pattie Page. Il trombone è fantastico. Loro sono due, di Cambridge.

Someday | Silent Poets
(To come, 1999)
Duo giapponese, archi e rap: gli archi di Everton Nelson (che ha lavorato anche con Joni Mitchell), il rap delle brooklynesi Anomolies.

Ambrosia | A reminiscent drive
(Ambrosia, 2000)
Jay Alanski, francese, è quello che prima di cambiar genere aveva scritto “Banana split” di Lio.

There was a time | Fun lovin’ criminals
(Loco, 2001)
Sono tre, newyorkesi, e di solito frequentano tutt’altri generi, tra l’hip-hop e il rock, con influenze messicane. Ma questo strumentale ipnotico con assolo di chitarra è una delle loro cose migliori.

Cylons in love | Bent
(Programmed to love, 2001)
Giro di chitarra acustica e gorgheggi, poi suoni da Electric Light Orchestra. Loro sono due, di Nottingham.

My friend | Groove Armada
(Goodbye country (hello nightclub), 2001)
Whenever I'm down
I call on you my friend
A helping hand you lend
In my time of need

Angelica | Lamb
(Between darkness and wonder, 2003)
Un drago dei suoni e una cantante, si sono separati nel 2004. Sono di Manchester, cresciuti al tempo dei Portishead e dei Massive Attack. “Angelica” è una cosa di pianoforte e computers. Il brano ‘campionato’ è tratto da "Clair de lune" di Claude Debussy.

Scary world theory | Lali Puna
(Scary world theory, 2001)
Tedeschi di gran culto. Uno di loro suona anche nella band dei Notwist, autori di un gran bel disco nel 2002, Neon golden.

Grateful | Pete Philly and Perquisite
(Mindstate, 2005)
Due, olandesi, fanno hip-hop di buon cuore. “Dear family and friends, this is the way I send my love back”, una specie di “Penso positivo” con riconoscenza familiare.

Suzuki | Tosca
(Suzuki, 2000)
Due austriaci: uno di loro è Dorfmeister, che di solito sta assieme a Kruder in un duo di produzione, arrangiamento e remix (Kruder & Dorfmeister) che suscita inchini e riverenze tra gli appassionati.

How insensitive | Suntrust
(Buddha Bar II, 2000)
Dalla seconda compilation di Buddha Bar, “novella babilonia sonora, una fusione di generi, rivisitati in chiave elettronica e downtempo”. Questo brano è la versione strumentale remixata di "Insensatez", di Antonio Carlos Jobim. Bossanova jazz in salsa techno.

Playlist


Brani citati