Nirvana

(1987 – 1994, Aberdeen, Washington, USA)

I Nirvana furono la band manifesto del grunge, quella cosa di ribellismo e ritorno alla purezza ruvida del rock che andò per la maggiore in tutto il mondo negli anni Novanta a partire dall’America nord occidentale (il sound di Seattle, si diceva anche). Se la sarebbero battuta con i Pearl Jam, ma Kurt Cobain era biondo, stava con Courtney Love, e si sparò, che per l’eternità rock è una cosa che vale mille punti. Se fosse vivo, sostengono alcuni, oggi sarebbe un grande cantautore pop.

About a girl
(Bleach, 1989)
Kurt Cobain sentiva un sacco i Beatles, allora, e stava con Tracy Marander, che lavorava in un bar e guadagnava per entrambi. Nel primo disco dei Nirvana “About a girl” è la canzone più melodica, ma nel successivo Unplugged in New York ce ne sarà una versione più lenta e cupa. Il titolo – molto beatlesiano – pare sia nato quando l’allora batterista dei Nirvana chiese a Cobain di che parlasse, e lui rispose “di una ragazza”.

Smells like teen spirit
(Nevermind, 1991)
Questa sta in tutte le classifiche delle riviste specializzate, insieme a “Stairway to heaven” dei Led Zeppelin e “One” degli U2. È la canzone ufficiale del successo del grunge. Il titolo si riferisce a un deodorante della Colgate, Teen spirit, e nacque da una scritta sul muro che un’amica dedicò a Cobain: “Kurt smells like teen spirit”. Cobain – che poi disse di non amare la canzone – sostenne che allora non sapeva del deodorante e che gli piaceva il significato letterale dello slogan.
L’attacco di chitarra è leggendario, ma il passaggio migliore – più dei fonemi comici urlati nel ritornello: “a mulatto, an albino, a mosquito, my libido” – è “hello, hello, hello, how low?”.
Ne esiste una bella cover ‘acustica’ di Tori Amos.

Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #9 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.

In bloom
(Nevermind, 1991)

Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #407 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.

Come as you are
(Nevermind, 1991)
Dopo che si fu sparato, sentire Cobain cantare “and I swear that I don’t have a gun”, avrebbe avuto per sempre un altro effetto. “Come as you are” suona molto simile a un pezzo dei Killing Joke del 1985, “Eighties”.

Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #445 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.

Something in the way
(Nevermind, 1991)
C’è qualcosa dei Joy Division nella spettrale esecuzione minimale di “Something in the way” (che cita un aneddoto mai accreditato della vita di Cobain: lui raccontava di aver vissuto per un po’ sotto un ponte). Fu usata drammaticamente in Jarhead, il film di Sam Mendes sulla Guerra del Golfo.

Nevermind
(1991)
Favole di successo immediato degli anni ‘90, il secondo album dei Nirvana e il suo totemico primo singolo "Smells Like Teen Spirit", uscirono dritti dall'underground del Nordovest - la nascente scena grunge di Seattle - per scalciare Michael Jackson dalla cima della classifica di Billboard e per far sparire dalla circolazione l'hair metal.
In anni recenti nessun album ha avuto un impatto simile su una generazione, una nazione di adolescenti diventati punk di colpo e un effetto così catastrofico sul suo principale artefice (il peso del successo portò Kurt Cobain a suicidarsi nel 1994).
Ma i riff taglienti, il canto caustico e la scrittura deviante e obliqua di Kurt, più il contributo di corposa potenza alla Pixies / Led Zeppelin del bassista Krist Novoselic e del batterista Dave Grohl restituirono al Rock & Roll la purezza guerriera.



Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #17 della classifica 500 Greatest Albums of All Time.

All apologies
(In utero, 1993)
L’ultima canzone dell’ultimo disco dei Nirvana, prima che il fantasma di Kurt Cobain riapparisse a cadavere caldo con la pubblicazione di Unplugged in New York (dove suonava ancora più definitiva): “che altro posso dire? Solo scuse. Che posso scrivere? Non ne ho il diritto. Vorrei essere come voi, che vi accontentate di poco”.

Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #455 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.

Heart-shaped box
(In utero, 1993)
«La ragazza gli aveva fatto arrivare un regalo attraverso Dave, il batterista di allora. Era una scatola rossa a forma di cuore. All’esterno era piena di decorazioni floreali e dentro c’erano pigne, conchiglie, una bambola e un servizio da tè per la bambola. Kurt era rimasto molto colpito e scrisse su un pezzo di carta delle parole che avrebbe poi messo in una delle sue canzoni. Sono rimasto chiuso per delle settimane nella tua scatola a forma di amore, scrisse» (Tommaso Pincio, Un amore dell’altro mondo, Einaudi).

Polly
(MTV Unplugged in New York, 1994)
I Nirvana suonarono in diverse occasioni a sostegno di associazioni contro la violenza sulle donne. “Polly” è ispirata alla storia vera di una ragazzina di quattordici anni sequestrata e violentata di ritorno da un concerto a Tacoma, Washington.

The man who sold the world
(MTV Unplugged in New York, 1994)
Era la canzone che dava il titolo al terzo disco di David Bowie, uscito nel 1970. Un quarto di secolo dopo diventò la cosa più efficace e sorprendente del disco unplugged pubblicato pochi mesi dopo la morte di Kurt Cobain.


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