(1950, Saginaw, Michigan, USA)
Arrivato all’apice di una sensazionale carriera, Stevie Wonder viene intervistato sulla sua incredibile esperienza; alla fine dell’intervista la giornalista esita un momento e poi, superato l’imbarazzo, gli chiede:
Arrivato all’apice di una sensazionale carriera, Stevie Wonder viene intervistato sulla sua incredibile esperienza; alla fine dell’intervista la giornalista esita un momento e poi, superato l’imbarazzo, gli chiede:
- «Mi perdoni se lo domando, ma pensa che avrebbe avuto ancora più chances se non fosse nato cieco?»
- «Si figuri: grazie a Dio non sono nato negro!»
I was made to love her
(I was made to love her, 1967)
La scrisse assieme alla mamma e la portò al numero due in classifica che ancora non aveva diciassette anni (il suo primo numero uno l’aveva fatto a 13: ormai era navigato). Nello stesso anno la incisero anche i Beach Boys.
(I was made to love her, 1967)
La scrisse assieme alla mamma e la portò al numero due in classifica che ancora non aveva diciassette anni (il suo primo numero uno l’aveva fatto a 13: ormai era navigato). Nello stesso anno la incisero anche i Beach Boys.
I’d cry
(I was made to love her, 1967)
“I’d cry” è una festa allegra – malgrado il titolo e il testo: lui minaccia di piangere se lei lo lascia – che gira intorno a un circo di fiati e meriterebbe maggior fama, da piazzarlo tra le cose più note di Wonder.
(I was made to love her, 1967)
“I’d cry” è una festa allegra – malgrado il titolo e il testo: lui minaccia di piangere se lei lo lascia – che gira intorno a un circo di fiati e meriterebbe maggior fama, da piazzarlo tra le cose più note di Wonder.
For once in my life
(For once in my life, 1968)
(For once in my life, 1968)
For once in my life I have someone who needs me
Someone I've needed so long
For once, unafraid, I can go where life leads me
Somehow I know I'll be strong
Signed sealed and delivered
(Signed sealed and delivered, 1970)
Prima canzone prodotta interamente da Wonder, oltre che la prima canzone ad essere supportata dal coro femminile delle Wonderlove. Inoltre è il primo brano a procurare al cantante una nomination ai Grammy Awards, anche se poi il premio andò a un altro.
(Signed sealed and delivered, 1970)
Prima canzone prodotta interamente da Wonder, oltre che la prima canzone ad essere supportata dal coro femminile delle Wonderlove. Inoltre è il primo brano a procurare al cantante una nomination ai Grammy Awards, anche se poi il premio andò a un altro.
Superstition
(Talking book, 1972)
Che la superstizione sia drammaticamente contagiosa lo dimostrano le parole dell’autore, che per spiegare la sua critica ai superstiziosi, sostenne che “la cosa peggiore è che più sei superstizioso più ti capitano cose brutte”. L’aveva scritta per Jeff Beck, ma poi ci lavorò ancora e incise la sua versione, pubblicandola un mese prima di quella di Beck, che non fu contento. Fu eseguita per la prima volta dal vivo durante un leggendario tour di Wonder con i Rolling Stones. L’attacco è un missile, comunque.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #74 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Talking book, 1972)
Che la superstizione sia drammaticamente contagiosa lo dimostrano le parole dell’autore, che per spiegare la sua critica ai superstiziosi, sostenne che “la cosa peggiore è che più sei superstizioso più ti capitano cose brutte”. L’aveva scritta per Jeff Beck, ma poi ci lavorò ancora e incise la sua versione, pubblicandola un mese prima di quella di Beck, che non fu contento. Fu eseguita per la prima volta dal vivo durante un leggendario tour di Wonder con i Rolling Stones. L’attacco è un missile, comunque.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #74 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
I believe (when I fall in love it will be forever)
(Talking book, 1972)
Accendini, e si dondola.
(Talking book, 1972)
Accendini, e si dondola.
You are the sunshine of my life
(Talking book, 1972)
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #281 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Talking book, 1972)
You are the sunshine of my life
That’s why I’ll always be around,
You are the apple of my eye,
Forever you’ll stay in my heart.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #281 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
Tuesday heartbreak
(Talking Book, 1972)
(Talking Book, 1972)
Tuesday heartbreak seem to be unfair,
Cause you say that you found another man.
Living for the city
(Innervisions, 1973)
Fatica, violenza, povertà, discriminazione, e coraggio, dignità, tenacia dei neri d’America. Metà cantata, metà recitata, arrangiamento formidabile.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #104 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Innervisions, 1973)
Fatica, violenza, povertà, discriminazione, e coraggio, dignità, tenacia dei neri d’America. Metà cantata, metà recitata, arrangiamento formidabile.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #104 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
Don’t you worry ‘bout a thing
(Innervisions, 1973)
Ritmetto festaiolo e raccomandazione di non preoccuparsi di niente: ridivenne famoso e ballatissimo anni dopo nella cover degli inglesi Incognito.
(Innervisions, 1973)
Ritmetto festaiolo e raccomandazione di non preoccuparsi di niente: ridivenne famoso e ballatissimo anni dopo nella cover degli inglesi Incognito.
Higher ground
(Innervisions, 1973)
La canzone è stata poi reinterpretata dai Red Hot Chili Peppers con gran successo.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #445 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Innervisions, 1973)
La canzone è stata poi reinterpretata dai Red Hot Chili Peppers con gran successo.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #445 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
Joy inside my tears
(Songs in the key of life, 1976)
Songs in the key of life è considerato uno dei più grandi dischi di tutti i tempi (il settimo, nella classifica del canale televisivo VH1, concorrente americano di MTV). Doppio LP, Wonder ci tirò dentro Herbie Hancock, George Benson, e Michael Sembello (quello di “Maniac”, già). “Joy inside my tears” è una stupenda ballatona che si trascina appassionata per minuti e minuti.
(Songs in the key of life, 1976)
Songs in the key of life è considerato uno dei più grandi dischi di tutti i tempi (il settimo, nella classifica del canale televisivo VH1, concorrente americano di MTV). Doppio LP, Wonder ci tirò dentro Herbie Hancock, George Benson, e Michael Sembello (quello di “Maniac”, già). “Joy inside my tears” è una stupenda ballatona che si trascina appassionata per minuti e minuti.
Sir Duke
(Songs in the key of life, 1976)
Ancora una volta un buon incipit è metà dell’opera: questo è immortale. Le trombe sono Steve Madaio e Raymond Maldonado, che dopo potrebbero anche aver venduto gelati per il resto della loro vita (ma fate caso anche alla flemma ironica del batterista Raymond Pounds, mentre quelli impazzano). “The king of all Sir Duke” è Duke Ellington (“Sir Duke” è il nome di un suo disco del 1946).
(Songs in the key of life, 1976)
Ancora una volta un buon incipit è metà dell’opera: questo è immortale. Le trombe sono Steve Madaio e Raymond Maldonado, che dopo potrebbero anche aver venduto gelati per il resto della loro vita (ma fate caso anche alla flemma ironica del batterista Raymond Pounds, mentre quelli impazzano). “The king of all Sir Duke” è Duke Ellington (“Sir Duke” è il nome di un suo disco del 1946).
Isn’t she lovely
(Songs in the key of life, 1976)
Il concorso per la migliore canzone in festeggiamento della nascita di un proprio bambino (a cui partecipano Jovanotti e molti altri) è stravinto da Stevie Wonder. Lei è Aisha, “less than one minute old”: grande ritmo, e ci sta anche il vagito finale che sarebbe stato imbarazzante in qualsiasi altro luogo.
(Songs in the key of life, 1976)
Il concorso per la migliore canzone in festeggiamento della nascita di un proprio bambino (a cui partecipano Jovanotti e molti altri) è stravinto da Stevie Wonder. Lei è Aisha, “less than one minute old”: grande ritmo, e ci sta anche il vagito finale che sarebbe stato imbarazzante in qualsiasi altro luogo.
Happy birthday
(Hotter than july, 1980)
Il festeggiato è Martin Luther King, postumamente. Stevie Wonder scrisse la canzone per la campagna per proclamare festa nazionale la data di nascita – 15 gennaio – del leader dei diritti dei neri (fu poi sancita nel 1983). Ciò che venne fuori fu un’allegra canzonetta di auguri.
(Hotter than july, 1980)
Il festeggiato è Martin Luther King, postumamente. Stevie Wonder scrisse la canzone per la campagna per proclamare festa nazionale la data di nascita – 15 gennaio – del leader dei diritti dei neri (fu poi sancita nel 1983). Ciò che venne fuori fu un’allegra canzonetta di auguri.
Master blaster (Jammin')
(Hotter than july, 1980)
Il brano, costruito su una base reggae, è un’ode al leggendario Bob Marley.
(Hotter than july, 1980)
Il brano, costruito su una base reggae, è un’ode al leggendario Bob Marley.
Part-time lover
(In square circle, 1985)
“I’ve got some things that I must tell”: il guaio con questa canzone è che una volta ne ho ascoltata una versione in cui il giro iniziale era ripetuto in loop per un minuto buono, ed era uno spasso. A questo punto delle mie disperate ricerche mi sono rassegnato a che fosse un’invenzione artigianale del deejay, inedita.
(In square circle, 1985)
“I’ve got some things that I must tell”: il guaio con questa canzone è che una volta ne ho ascoltata una versione in cui il giro iniziale era ripetuto in loop per un minuto buono, ed era uno spasso. A questo punto delle mie disperate ricerche mi sono rassegnato a che fosse un’invenzione artigianale del deejay, inedita.
Chemical love
(Jungle fever, 1991)
Una delle canzoni di Wonder per la colonna sonora di Jungle fever di Spike Lee, ha un gran ritmo e se la prende con il consumo di certe cose chimiche.
(Jungle fever, 1991)
Una delle canzoni di Wonder per la colonna sonora di Jungle fever di Spike Lee, ha un gran ritmo e se la prende con il consumo di certe cose chimiche.
I just called to say I love you
(The woman in red, 1994))
Una delle canzoni di Wonder per la colonna sonora di La signora in rosso. Il brano è una ballata romantica abbastanza ritmata, in cui Wonder descrive come qualunque giornata ordinaria può diventare magica, se si confessano i propri sentimenti alla persona amata. Si tratta di una delle canzoni più “semplici” di Stevie Wonder, lontana dalle sperimentazioni anni ‘70, e pienamente in linea con lo stile anni '80, fatto di sintetizzatori e drum machine.
(The woman in red, 1994))
Una delle canzoni di Wonder per la colonna sonora di La signora in rosso. Il brano è una ballata romantica abbastanza ritmata, in cui Wonder descrive come qualunque giornata ordinaria può diventare magica, se si confessano i propri sentimenti alla persona amata. Si tratta di una delle canzoni più “semplici” di Stevie Wonder, lontana dalle sperimentazioni anni ‘70, e pienamente in linea con lo stile anni '80, fatto di sintetizzatori e drum machine.
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