Paul Weller

(1958, Woking, Inghilterra)

Uno dei più grandi artisti soul di tutti i tempi, ed è inglese e bianco. L’unico a comparire in tre voci distinte in questo blog (la sua, quella dei Jam, e quella degli Style Council), ha segnato la musica inglese per ormai trent’anni, facendosi nemici e adoratori, e cantando sempre un po’ scocciato. Molti al suo Paese lo ritengono il miglior cantautore che hanno: nel resto del mondo, invece, non lo capiscono tanto.

Above the clouds
(Paul Weller, 1992)
Malinconia e spaesamento autunnale, con un suono e una vocetta ancora un po’ Style Council.

You do something to me
(Stanley road, 1995)
Splendida, da come comincia, il modo in cui lui borbotta quasi seccato “iudusamthintumi”. A sentire come lo canta, sembrerebbe che non riesca a sopportarla, questa cosa che lei gli tocchi qualcosa di profondo: è davvero giù. Un sondaggio su internet ha concluso che "You do something to me” è la canzone romantica preferita dalle donne inglesi (davanti a “With or without you” degli U2).

Wings of speed
(Stanley road, 1995)
Piano e voce, una specie di pezzone alla Paul McCartney che ammoderna il tema di “Andavo a cento all’ora”. Qui è lei che deve correre da lui, ma in aeroplano (nei suoi sogni, il pilota è Gesù Cristo nientemeno).

Frightened
(Heliocentric, 2000)
Del non volersi alzare dal letto, certe mattine che il giorno prima è stato tremendo o che non c’è la persona che si vorrebbe.

Love-less
(Heliocentric, 2000)
“Love-less” e il suo pianoforte ricordano molto gli Style Council di Confessions of a pop group. E Bacharach.

All good books
(Illumination, 2002)
“È su quelli che usano la Bibbia o il Corano per i loro fini, corrompendoli”. L’andamento da passeggiata urbana è stupendo.

Thinking of you
(Studio 150, 2004)
“Tutti quanti, lasciate che vi dica del mio amore: me lo ha portato un angelo dal cielo”. In un disco di cover cercate col lanternino, Weller mise anche questa primaverile canzonetta delle Sister Sledge, che negli anni Settanta erano state la band gemella degli Chic, cavalcando la discomusic.

Close to you
(Studio 150, 2004)
Un vecchio pezzo dei Carpenters, una cosa da show televisivo, divertente.

Savages
(As is now, 2005)
Canzone della punizione divina sui “codardi selvaggi” che piantano pallottole nella schiena e spaventano bambini: gente senza dio, che l’amore punirà, calando sulla terra. Scritta prima degli attentati londinesi dell’estate 2005, uscì poco dopo, e sembrò apposta.

Come on let’s go
(As is now, 2005)
Gran rocchetto travolgente, come ai tempi dei Jam.


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