(1945, Belfast, Irlanda del Nord)
Van Morrison è uno dei miti del rock meno conosciuti dal grande pubblico e più amati dagli appassionati. Fonte di ispirazione e culto per tutti i cantautori che sono venuti dopo di lui, mise insieme l’Irlanda da cui veniva, con cose jazz e soul che fece divenire cosa sua («nessun bianco canta come Van Morrison», disse il critico Greil Marcus). Ha tirato fuori dal cilindro un paio di dischi da insegnare nelle scuole e ha scritto: “Have I told you lately”. Ancora fa dischi e concerti, onestamente, con quella voce lì.
Van Morrison è uno dei miti del rock meno conosciuti dal grande pubblico e più amati dagli appassionati. Fonte di ispirazione e culto per tutti i cantautori che sono venuti dopo di lui, mise insieme l’Irlanda da cui veniva, con cose jazz e soul che fece divenire cosa sua («nessun bianco canta come Van Morrison», disse il critico Greil Marcus). Ha tirato fuori dal cilindro un paio di dischi da insegnare nelle scuole e ha scritto: “Have I told you lately”. Ancora fa dischi e concerti, onestamente, con quella voce lì.
Brown eyed girl
(Blowin’ your mind!, 1967)
A parte George W. Bush, non risultano altri casi in cui il suo ascolto abbia coinciso con la scelta di invadere un paese mediorientale. Nel 1967, caso anomalo per Van Morrison, “Brown eyed girl” arrivò al numero 10 della classifica americana, ma le radio censuravano l’osceno passaggio “facciamo l’amore nell’erba” (“far l’amore tra le vigne” di Battisti venne qualche anno dopo: allora c’era una grande aspirazione erotico-campestre).
(Blowin’ your mind!, 1967)
A parte George W. Bush, non risultano altri casi in cui il suo ascolto abbia coinciso con la scelta di invadere un paese mediorientale. Nel 1967, caso anomalo per Van Morrison, “Brown eyed girl” arrivò al numero 10 della classifica americana, ma le radio censuravano l’osceno passaggio “facciamo l’amore nell’erba” (“far l’amore tra le vigne” di Battisti venne qualche anno dopo: allora c’era una grande aspirazione erotico-campestre).
Vite parallele
Van Morrison ha appena un anno in più di George Bush. Il suo vero nome di battesimo è George (però il secondo nome non è W., ma un inquietante e russofono Ivan). Negli anni in cui il giovane Bush si faceva fermare ubriaco dalla polizia stradale, il giovane Morrison già aveva inciso i primi dischi. Mentre il giovane Bush si sottraeva agli impegni militari, il giovane Morrison già aveva delle canzoni in classifica.
“Brown eyed girl” Van Morrison la incise nel 1967, quando Bush stava facendo il bambinone a Yale, e magari ci provava con le ragazze ascoltando quella canzone. Ma è nel 1986 che le due carriere parallele hanno forse il loro momento più sintomatico: George Bush sta ormai in qualche consiglio d’amministrazione petrolifero e si appresta a entrare in politica lavorando alla campagna elettorale del padre. Van Morrison incide una canzone dedicata al pensiero di Krishnamurti, che riprende le parole del pensatore indiano: “No guru, no method, no teacher”. Nessun guru, nessun metodo, nessun insegnante. Lo slogan di Apple, produttrice dell’iPod, è “Think different”.
Hey where did we go, Days when the rains came Down in the hollow Playin’ a new game, Laughing and a running hey, heyNel 2005 l’iPod era già un oggetto di culto ma non ancora di massa e la Casa Bianca diffuse delle foto del presidente Bush in bicicletta, con le cuffie bianche alle orecchie. Le foto mostravano anche il display dell’iPod: il presidente pedalava via libero e felice al suono di “Brown eyed girl” di Van Morrison.
Van Morrison ha appena un anno in più di George Bush. Il suo vero nome di battesimo è George (però il secondo nome non è W., ma un inquietante e russofono Ivan). Negli anni in cui il giovane Bush si faceva fermare ubriaco dalla polizia stradale, il giovane Morrison già aveva inciso i primi dischi. Mentre il giovane Bush si sottraeva agli impegni militari, il giovane Morrison già aveva delle canzoni in classifica.
“Brown eyed girl” Van Morrison la incise nel 1967, quando Bush stava facendo il bambinone a Yale, e magari ci provava con le ragazze ascoltando quella canzone. Ma è nel 1986 che le due carriere parallele hanno forse il loro momento più sintomatico: George Bush sta ormai in qualche consiglio d’amministrazione petrolifero e si appresta a entrare in politica lavorando alla campagna elettorale del padre. Van Morrison incide una canzone dedicata al pensiero di Krishnamurti, che riprende le parole del pensatore indiano: “No guru, no method, no teacher”. Nessun guru, nessun metodo, nessun insegnante. Lo slogan di Apple, produttrice dell’iPod, è “Think different”.
Madame George
(Astral weeks, 1968)
“Madame George” generò un serrato botta e risposta tra il leggendario critico musicale Lester Bangs e Van Morrison. Bangs scrisse mirabilie del pezzo (“un vortice nel disco”) spiegando che era dedicato a una drag queen, e Morrison disse che non lo era. Bangs definì la smentita di Morrison “una stronzata”.
(Astral weeks, 1968)
“Madame George” generò un serrato botta e risposta tra il leggendario critico musicale Lester Bangs e Van Morrison. Bangs scrisse mirabilie del pezzo (“un vortice nel disco”) spiegando che era dedicato a una drag queen, e Morrison disse che non lo era. Bangs definì la smentita di Morrison “una stronzata”.
Sweet thing
(Astral weeks, 1968)
Canzone meravigliosa, che se la porta via il vento: ripetitiva ma via via sempre più trascinante e lieta, basta da sola a far capire da chi abbiano imparato i Waterboys (che ne fecero una cover) o gli Hothouse Flowers.
(Astral weeks, 1968)
Canzone meravigliosa, che se la porta via il vento: ripetitiva ma via via sempre più trascinante e lieta, basta da sola a far capire da chi abbiano imparato i Waterboys (che ne fecero una cover) o gli Hothouse Flowers.
Moondance
(Moondance, 1970)
Grande pezzo swingato, vero jazz con un testo che pare una parodia di Cole Porter, o Gershwin:
(Moondance, 1970)
Grande pezzo swingato, vero jazz con un testo che pare una parodia di Cole Porter, o Gershwin:
Well, it’s a marvelous night for a moondance / With the stars up above in your eyes A fantabulous night to make romance / ‘Neeth the cover of October skies And all the leaves in the trees are falling. Una cover famosa è quella di Michael Bublé.
Crazy love
(Moondance, 1970)
“Quando vado da lei al tramonto, mi toglie ogni pensiero, mi toglie ogni dolore, mi toglie il mal di cuore, e me ne vado a dormire”. Bella riconoscenza.
(Moondance, 1970)
“Quando vado da lei al tramonto, mi toglie ogni pensiero, mi toglie ogni dolore, mi toglie il mal di cuore, e me ne vado a dormire”. Bella riconoscenza.
Tupelo honey
(Tupelo honey, 1971)
Ci sono canzoni che vi pare siano sempre esistite, melodie che la prima volta che le avete sentite eravate convinti che non fosse la prima. Pare che una volta Bob Dylan abbia detto che “Tupelo honey” è una canzone così, che stava in qualche magazzino inconscio della musica e Van Morrison si è limitato a cantarla per primo.
(Tupelo honey, 1971)
Ci sono canzoni che vi pare siano sempre esistite, melodie che la prima volta che le avete sentite eravate convinti che non fosse la prima. Pare che una volta Bob Dylan abbia detto che “Tupelo honey” è una canzone così, che stava in qualche magazzino inconscio della musica e Van Morrison si è limitato a cantarla per primo.
Across the bridge where angels dwell
(Beautiful vision, 1982)
(Beautiful vision, 1982)
Close your eyes in fields of wonder, close your eyes and dream.
Vanlose stairway
(Beautiful vision, 1982)
Vanlose è un quartiere di Copenhagen dove abitava la ragazza di Van Morrison, nel periodo in cui aveva vissuto là. Non che questo abbia influenzato molto la sua musica, che ha poco di scandinavo e moltissimo soul e gospel. “Mandami una cartolina, mandami il tuo cuscino, mandami la tua Bibbia” chiede, per starle vicino quando ormai è lontano e vorrebbe vederla, sugli scalini di Vanlose (che è un’aspirazione assai più accessibile, con l’avvento dei voli di linea, rispetto all’ambiziosa pretesa dei Led Zeppelin di una “stairway to heaven”).
(Beautiful vision, 1982)
Vanlose è un quartiere di Copenhagen dove abitava la ragazza di Van Morrison, nel periodo in cui aveva vissuto là. Non che questo abbia influenzato molto la sua musica, che ha poco di scandinavo e moltissimo soul e gospel. “Mandami una cartolina, mandami il tuo cuscino, mandami la tua Bibbia” chiede, per starle vicino quando ormai è lontano e vorrebbe vederla, sugli scalini di Vanlose (che è un’aspirazione assai più accessibile, con l’avvento dei voli di linea, rispetto all’ambiziosa pretesa dei Led Zeppelin di una “stairway to heaven”).
In the garden
(No guru, no method, no teacher, 1986)
No guru, no method, no teacher è una citazione degli insegnamenti di Jiddu Krishnamurti, pensatore e filosofo indiano del Novecento, che suggeriva di trovare da soli la propria via, rinunciando a chiese, precetti e modelli, compreso lui, che doveva essere preso solo come guida o aiutante. “In the garden” è dedicata al suo pensiero – Van Morrison era un suo appassionato lettore e l’aveva ascoltato una volta a San Francisco – e contiene il verso che fu usato per il titolo del disco. Una versione dal vivo accelerata, ma più lunga, che include un passaggio da “You send me” di Sam Cooke, si trova in A night in San Francisco.
(No guru, no method, no teacher, 1986)
No guru, no method, no teacher è una citazione degli insegnamenti di Jiddu Krishnamurti, pensatore e filosofo indiano del Novecento, che suggeriva di trovare da soli la propria via, rinunciando a chiese, precetti e modelli, compreso lui, che doveva essere preso solo come guida o aiutante. “In the garden” è dedicata al suo pensiero – Van Morrison era un suo appassionato lettore e l’aveva ascoltato una volta a San Francisco – e contiene il verso che fu usato per il titolo del disco. Una versione dal vivo accelerata, ma più lunga, che include un passaggio da “You send me” di Sam Cooke, si trova in A night in San Francisco.
Have I told you lately
(Avalon sunset, 1989)
“Have I told you lately that I love you” era troppo immediatamente bella per sfuggire alla sua melensizzazione kitsch nei matrimoni e nei videoclip dei programmi del pomeriggio. Ma anche troppo imbattibilmente bella per subirne traumi, con quell’idea un po’ sbadata di rinnovata dichiarazione d’amore. Lui non le dice “ti amo”: le dice “Ti ho mica detto che ti amo, ultimamente?”. Ovvero due cose assieme: che è implicito e ovvio che lui la ami, è solo questione di dirlo più o meno spesso; e che lui non è tipo da recitare la stonata formula “ti amo” con tutta la sua solennità e retorica. “Ti ho mica detto che ti amo, ultimamente?”.
(Avalon sunset, 1989)
“Have I told you lately that I love you” era troppo immediatamente bella per sfuggire alla sua melensizzazione kitsch nei matrimoni e nei videoclip dei programmi del pomeriggio. Ma anche troppo imbattibilmente bella per subirne traumi, con quell’idea un po’ sbadata di rinnovata dichiarazione d’amore. Lui non le dice “ti amo”: le dice “Ti ho mica detto che ti amo, ultimamente?”. Ovvero due cose assieme: che è implicito e ovvio che lui la ami, è solo questione di dirlo più o meno spesso; e che lui non è tipo da recitare la stonata formula “ti amo” con tutta la sua solennità e retorica. “Ti ho mica detto che ti amo, ultimamente?”.
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