(Nick Hornby, 2002, Guanda)
31 canzoni è una raccolta di saggi sulla musica dello scrittore inglese Nick Hornby. Parla della particolare risonanza emotiva che queste 31 canzoni (e molte altre!) hanno avuto per lui.
Playlist
Altri brani, non su Spotify
31 canzoni è una raccolta di saggi sulla musica dello scrittore inglese Nick Hornby. Parla della particolare risonanza emotiva che queste 31 canzoni (e molte altre!) hanno avuto per lui.
«Un paio di volte l’anno mi faccio una cassetta da mettere in macchina, un nastro pieno di tutte le nuove canzoni che ho amato nel corso degli ultimi mesi. Ogni volta che ne completo una mi pare impossibile che potrà essercene un’altra. Ma c’è sempre, e non vedo l’ora che arrivi: basterebbe qualche altro centinaio di cose come questa per rendere la vita degna di essere vissuta.»In un passaggio, Hornby fa questa perfetta sintesi del significato del libro.
Your love is the place where i come from | Teenage Fanclub
(Songs from Northern Britain, 1997)
(Songs from Northern Britain, 1997)
Uno dei pezzi più belli di uno dei miei album preferiti.
da 31 Songs di Nick Hornby
Thunder Road | Bruce Springsteen
(Born To Run, 1975)
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #86 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Born To Run, 1975)
Forse "Thunder Road" mi ha aiutato perché, malgrado il suo vigore, il volume, le macchine sportive e i capelli, ha pur sempre un tono elegiaco. Più invecchio, più lo sento. In fondo, credo di essere anch’io dell’idea che se la vita è una cosa triste e molto seria, c’è sempre un po’ di speranza; sarò pure un depresso in preda al dramma esistenziale, o magari un idiota contento, ma in ogni caso "Thunder Road" dice esattamente come mi sento e chi sono, e questa in fin dei conti è una delle consolazioni dell’arte.
da 31 Songs di Nick Hornby
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #86 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
I'm like a bird | Nelly Furtado
(Whoa, Nelly!, 2000)
(Whoa, Nelly!, 2000)
Secondo una teoria di Dave Eggers, ascoltiamo e riascoltiamo canzoni perchè dobbiamo 'risolverle'. E’ vero che nei primi approcci e nella fase del corteggiamento di una nuova canzone si passa attraverso una specie di confusione mentale. Ad esempio, c’è un passaggio di "I’m like a bird", verso la metà, in cui la voce si sdoppia su una frase, e l’effetto – specialmente per chi non è musicista, per chi ama e apprezza la musica ma rimane stupito e sedotto di fronte al più semplice dei trucchi musicali – è quello di una droga succosa e fresca.(…)
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Heartbreaker | Led Zeppelin
(II, 1969)
(II, 1969)
A un certo punto, in questi ultimi anni, mi sono accorto che la mia dieta musicale era povera di carboidrati, e che il riff rock è essenziale per l’alimentazione – specialmente in macchina o durante i tour di lancio dei libri, quando ti serve qualcosa di rapido e semplice per affrontare una lunga giornata. I Nirvana, The Bends e i Chemical Brothers hanno stimolato di nuovo il mio appetito, ma solo i Led Zeppelin sono riusciti a soddisfarlo. Infatti, se mi dovesse mai capitare di canticchiare un riff blues-metal a un alieno con le idee confuse, sceglierei "Heartbreaker" degli Zeppelin, da Led Zeppelin II. Non sono sicuro se intonando “DANG DANG DANG DANG DA-DA-DANG, DA-DA-DA DA-DA-DA-DANG-DANG DA-DA-DANG” riuscirei a illuminarlo, ma mi sentirei di aver fatto del mio meglio nei limiti delle circostanze. Perfino scritto così (sebbene con l'aiuto delle maiuscole), mi pare che la gloriosa e demenziale rumorosità del pezzo venga espressa con efficacia e chiarezza. Rileggetelo. Visto? Sballa.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
One man guy | Rufus Wainwright
(Poses, 2001)
Era una canzone di suo padre Loudon, scritta come inno alla solitudine maschile. Nella versione di Rufus divenne anche un proclama fiero della propria omosessualità: “people will know when they see this show the kind of a guy I am”. Il coro del refrain è spettacolare, e lo canta anche sua sorella Martha.
(Poses, 2001)
Era una canzone di suo padre Loudon, scritta come inno alla solitudine maschile. Nella versione di Rufus divenne anche un proclama fiero della propria omosessualità: “people will know when they see this show the kind of a guy I am”. Il coro del refrain è spettacolare, e lo canta anche sua sorella Martha.
Secondo me, Lui compare all’inizio della seconda strofa, appena Rufus e sua sorella Martha cominciano ad armonizzare. Forse è significativo (o magari Lui sta solo dimostrando un senso dell’umorismo fin qui insospettato) che cominci ad avvertire la Sua presenza quando senti “People meditate, hey, that’s just great, trying to find the Inner You”. Merito dell’armonia, anche se non mi sono chiari i rapporti di causa ed effetto. Dio compare perché Martha e Rufus cantano così bene insieme che Lui sentendoli da lontano si dice: “Ehi, questa è musica che fa per Me, vado giù a dare un’occhiata“
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Samba pa ti | Santana
(Abraxas, 1970)
(Abraxas, 1970)
"Samba pa ti" è un pezzo strumentale, non una canzone, ma per un periodo cruciale della mia piena adolescenza, quando lo scoprii, mi parlò con la stessa eloquenza di qualsiasi altra cosa fosse composta di parole: ero convinto che fosse l’espressione dell’esperienza sessuale. Più precisamente, sapevo che "Samba pa ti" era il pezzo che avrei ascoltato durante la perdita della mia verginità – se non allo stereo, comunque nella mia testa. All’inizio è lenta e misteriosa e bella, e poi …, be’, poi sfuma (per inciso, dura quattro minuti e quarantesette secondi ma, per non essere accusato di sbruffoneria, avevo previsto di essere impegnato a fare altre cose durante la parte lenta – baciare, spogliare, forse aspettare l’autobus per casa dopo il cinema – per cui contavo di farcela fino al punto in cui sfuma).
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Mama, you been on my mind | Rod Stewart
(Never a dull moment, 1972)
(Never a dull moment, 1972)
"Mama you been on my mind", di Dylan, mi sembra poco più che una strimpellata – una strimpellata squisita, ma pur sempre una strimpellata. Stewart è innamorato di questa canzone e sa valorizzarla, mentre Dylan la butta quasi lì così, dandoci a intendere di avere molte più cartucce da sparare; la devozione di Stewart sembra donargli dignità, la investe di un’epicità che Dylan le ha negato.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Can you please crawl out your window? | Bob Dylan
(Biograph, 1985)
(Biograph, 1985)
"Can you please crawl out your window?" è, capisco, una delle cose minori di Dylan, uno dei suoi stizzosi (e meno che poetici) pezzi a muso duro, ma risale al mio periodo preferito (elettrico, con quel suono di organo chiaro e pulito), e non l’ho sentito un milione di volte; per questo adesso si insinua nelle cassette che tengo in auto.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Rain | The Beatles
(Past Masters, 1988)
(Past Masters, 1988)
"Rain" è una grande canzone dei Beatles risalente a una grande annata, quella che gli Oasis cercano di vivere da dieci anni, ed è fantastico ascoltare Lennon/McCartney in un brano che conserva ancora quasi tutta la sua polpa.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
You had time | Ani DiFranco
(Out of range, 1994)
(Out of range, 1994)
I've had it | Aimee Mann
(Whatever, 1993)
(Whatever, 1993)
Verrebbe da pensare che le canzoni introspettive sulla vita nel mondo della musica – sulle gioie e i dolori dell’essere una cantautrice di talento in cerca di successo ("I’ve had it") o sulle difficoltà di conciliare una relazione di coppia con una carriera rock ("You had time") – facciano schifo. Verrebbe da pensare che questi brani puzzino di autocompiacimento o siano indice di carenza di immaginazione, di creatività ed empatia. Verrebbe da pensare che la Mann e la DiFranco non siano molto lontane dallo scrivere canzoni sul servizio in camera, sugli angoli bar al cinema e sull’imbecillità degli speaker delle radio locali. E allora come mai questi sono due tra i brani musicali più commoventi e belli che si possa sperare in un album pop?
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Born for me | Paul Westerberg
Paul Westerberg, noto campione mancato, è tutt’altro che un pianista, ma il suo assolo in "Born for me" è semplicemente adorabile – forse perché lui è l’autore del pezzo e sa come la canzone lo fa sentire, e quindi come dovrebbe far sentire tutti noi.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Frankie teardrop | Suicide
(Suicide, 1977)
(Suicide, 1977)
"Frankie teardrop", dei Suicide, sono dieci minuti e mezzo di autentico, terrificante rumore industriale, una specie di equivalente sonoro di Eraserhead. Come il film di David Linch, evoca una raggelante, cupa e monocromatica distopia, piena di acuti e clangori da brivido, ma del tutto priva, a differenza del film, di qualche raro momento di tregua, del più piccolo, sporadico sprazzo di una bizzarra e anomala speranza. (…) Se non lo avete ascoltato e ancora desiderate farlo, prendetevi una serata libera, assicuratevi di di non rimanere soli nella stanza (per inciso, ascoltarla in cuffia porta quasi certamente al ricovero in ospedale) e prendetevi il giorno successivo di ferie.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Ain't that enough | Teenage Fanclub
(Songs from Northern Britain, 1997)
(Songs from Northern Britain, 1997)
Al contrario, "Ain't that enough", dei Teenage Fanclub, è una raffica di pop byrdsiano di tre minuti, zeppa di solarità, suoni accattivanti, armonie e bontà. Preferisco la canzone dei Teenage Fanclub.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
First I look at the purse | The J. Geils Band
(J. Geils Band, 1970)
(J. Geils Band, 1970)
Il disco comincia con una solida botta di rumore di pubblico, fischi, incitazioni e grida, seguita da una presentazione urlata e molto non-inglese fatta da uno speaker: “Siete pronti per darci dentro? Siete pronti per un po’ di rock’n’roll? Dico, siete pronti per un po’ di rock’n’roll? Fateci sentire che siete pronti per la J. Geils Band!”. Poi, di colpo (senza accordare gli strumenti né borbottare un “come va?” la band si lancia in "First I look at the purse", un vecchio pezzo scritto da Smokey Robinson per un gruppo della Motown chiamato The Contours, e a quel punto perfino le vecchie canzoni di Smokey Robinson sembravano arrivare da un universo parallelo.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Smoke | Ben Folds Five
(Whatever and ever amen, 1997)
(Whatever and ever amen, 1997)
Per me, "Smoke" è poeticamente perfetta, intelligente, triste e chiara, anche se il mio amico non sarebbe disposto ad ammetterlo. È una delle pochissime canzoni che esprimono un pensiero profondo sull’amore piuttosto che sull’oggetto o sul soggetto, ed è stata la mia fedele compagna durante la fine (lunga ed estenuante) del mio matrimonio. aveva un senso allora e continua ad averlo adesso. Non si può pretendere di più da una canzone.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
A minor incident | Badly Drawn Boy
(About a boy, 2002)
(About a boy, 2002)
“A minor incident”, un dolce, caloroso pezzo acustico con chitarra e un dylanesco assolo di armonica ansante, si riferisce direttamente a uno degli episodi principali del libro e del film: Marcus torna a casa dopo aver trascorso una giornata fuori e trova sua madre Fiona distesa sul divano priva di conoscenza: ha tentato di suicidarsi, e c’è il vomito sparso tutto intorno sul pavimento. La canzone è il suo messaggio di addio al figlio.Il film è Un ragazzo, tratto dall'omonimo romanzo di Hornby.
da 31 Songs di Nick Hornby
Glorybound | The Bible
(Walking the ghost back home, 1986)
(Walking the ghost back home, 1986)
Un piacevole shuffle mid-tempo che inizia in modo promettente (…) con lo stesso riff di basso a due note di "Rikki don’t lose that number" (che a sua volta parte con lo stesso riff di basso a due note di "Song for my father", di Horace Silver, per cui si può affermare che i Bible onorano rispettosamente una gloriosa tradizione musicale) e contenente uno stupendo, tirato assolo di chitarra.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Caravan | Van Morrison
(Moondance, 1970)
(Moondance, 1970)
La magnifica versione di "Caravan" in It’s too late to stop now (indiscutibilmente il più bell’album di Van Morrison, quindi non provate neanche a discutere) sarebbe degna di accompagnare i titoli di coda del più bel film che abbia visto nella mia vita; e se una canzone mi fa questo effetto, allora di sicuro, per estensione, significa che potrebbe essere suonata al mio funerale. Troppo melodrammatico? Non credo.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
AA. So I'll run | Butch Hancock and Marce LaCouture
(Yella rose, 1985)
(Yella rose, 1985)
Non mi ricordo più quando esattamente, negli anni Ottanta, andai a sentire il cantautore texano Butch Hancock in un pub grande e pieno di spifferi nella mia zona. Ricordo chiaramente lo scarso entusiasmo che provavo strada facendo. (…) Ma Butch Hancock è una figura leggendaria nell’ambito della musica country-folk, e poi veniva da molto lontano e non sarebbe tornato tanto facilmente a Finsbury Park… mi pareva incivile non andare. Ma Butch non suonò da solo. Quella sera era accompagnato da una cantante di nome Marce LaCouture e, appena iniziarono, mi sentii subito risollevato. Era una coppia fantastica, e sembrava un miracolo che due voci e una chitarra acustica potessero trasformare quel pub freddo (e, diciamolo, per tre quarti vuoto) in un luogo in cui potevano accadere belle cose.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Puff, the magic dragon | Gregory Isaacs
(Reggae for kids, 1992)
(Reggae for kids, 1992)
É impossibile non fare del sentimentalismo sui primi giorni di vita di un bambino, ma allora ero pronto a scommettere che la musica sarebbe stata importante per mio figlio (…) Danny era costante motivo di preoccupazione (a tre anni gli fu diagnosticato l’autismo) e, com’era prevedibile dato lo stress di quei primi tempi, i cerotti impiegati per rattoppare il rapporto dei suoi genitori si staccarono, mettendo a nudo delle ferite in cancrena. Ma Danny ha continuato a sentire la musica – la sente così tanto da aver coniato una sua parola per indicarla, e non è un’impresa da nulla quando la tua incapacità di comunicare coinvolge tutto il mondo circostante.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Reasons to be cheerful, part 3 | Ian Dury and the Blockheads
(Sex & Drugs & Rock & Roll, 1987)
(Sex & Drugs & Rock & Roll, 1987)
Più la ascolto, più mi convinco che "Reasons to be cheerful" è il miglior inno nazionale: infonde un po’ di orgoglio persino in chi, come me, passa troppo tempo a sentirsi imbarazzato di appartenere al proprio paese (…) Per essere un capriccio funk,"Reasons to be cheerful" è culturalmente molto precisa, se la si ascolta bene; solo il tempo ci saprà dire se si riferisce a un’età dell’oro ormai definitivamente tramontata.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
The Calvary Cross | Richard and Linda Thompson
(I want to see the bright lights tonight, 1974)
(I want to see the bright lights tonight, 1974)
In "The Calvary Cross" si sente un’Inghilterra più antica, quella di Blake e delle sorelle Brontë: vecchia, spaventosa, piena di contadini satanici, venti ululanti, vesciche di maiale e quant’altro.
da 31 Canzoni di Nick Hornby
Late for the sky | Jackson Browne
(Late for the sky, 1974)
Deprimentissima e meravigliosa canzone di fallimento di coppia.
(Late for the sky, 1974)
Deprimentissima e meravigliosa canzone di fallimento di coppia.
Per un quarto di secolo avevo ignorato il passionale e profondo assolo di chitarra di “Late for the sky” perché ero intollerante, gretto e ottuso come tutti i razzisti. Ora mi sento ben più combattivo per Jackson Browne di quanto sia mai stato per i Sex Pistols. Non vi piace “Late for the sky”? Beh, ‘fanculo, tanto non me ne frega un cazzo.
da 31 Songs di Nick Hornby
Hey self-defeater | Mark Mulcahy
(Fathering, 1999)
(Fathering, 1999)
"Hey self-defeater", che si è guadagnato un posto più o meno in tutte le compilation in cassetta registrate da me quest’anno, esprime un solido ottimismo, un senso di compassionevole partecipazione col mondo attraverso i filtri della verità e un dimesso, quotidiano sarcasmo: ci parla, rivolgendosi alla gente sarcastica e compassionevole proprio come noi, e siccome, a quanto pare, non siamo in molti (Dio sola sa perché, visto che il sarcasmo e la compassione sono due delle qualità che rendono sopportabile la vita sulla terra), era una canzone destinata a trovare un pubblico solo tramite passaparola o il suggerimento di qualcuno che ha i tuoi stessi gusti.
da 31 Songs di Nick Hornby
Needle in a haystack | The Velvelettes
(singolo, 1964)
(singolo, 1964)
Ma poi, alla metà degli anni ottanta, mi ritrovai di nuovo ad andare a ballare di mia spontanea volontà, e senza neanche lo scopo di rimorchiare. Ci andavo perché mi piaceva. La serata si chiamava The Locomotion, e aveva luogo ogni venerdì sera a Kentish Town, Londra Nord. Quando non potevo andarci ero triste, proprio come quando non potevo veder giocare la mia squadra di calcio. La DJ, una certa Wendy May, metteva su una fantastica miscela di funk, Motown, ska, pop gay (…) Wendy May sapeva il fatto suo. Le canzoni della Motown che metteva su erano perfette, ma a eccezione dei pezzi Motown, che conoscevo e di cui mi ero stancato, lì sentii per la prima volta cose come la tagliente "Needle in a haystack" delle Velvelettes (che andai dritto a comprare.
da 31 Songs di Nick Hornby
Let's straighten it out | O.V. Wright
(The bottom line, 1978)
(The bottom line, 1978)
Una sera una mia compagna di appartamento portò in casa il suo nuovo ragazzo. Era un tipo più grande, uno scrittore che indossava un cappello di feltro floscio e metteva parecchia soggezione. Attaccammo a parlare di musica; ovviamente lui era un appassionato di jazz e non ascoltava la roba che piaceva a me: era troppo da ragazzini, come se non ci fosse nessuna differenza tra gli Osmonds e i Clash – e per lui forse non c’era. In un’illuminazione improvvisa – probabilmente quella fu la volta che arrivai più vicino a un atto di ritorsione – calai di nuovo la puntina sulla traccia che avevo appena ascoltato. La versione di O.V. Wright della bellissima "Let's straighten it out", di Latimore – e nel sorriso del jazzofilo vidi la sconfitta e una richiesta di perdono.
da 31 Songs di Nick Hornby
Röyksopp's night out | Röyksopp
(Melody AM, 2001)
(Melody AM, 2001)
Per qualche mese , verso la fine del 2001, ho ascoltato i Röyksopp nei momenti di ozio. Il mio pezzo preferito era "Röyksopp's night out", che è un po’ più mossa e vivace rispetto agli altri pezzi dall’atmosfera sognante contenuti nell’album (purtroppo non mi affatico abbastanza per aver bisogno di tirarmi su con la musica ambient). Ma proprio quando avevo deciso che "Röyksopp's night out" era una Buona Cosa – o perlomeno che era Okay – ho cominciato a ritrovarmela tra i piedi ovunque.
da 31 Songs di Nick Hornby
Frontier psychiatrist | The Avalanches
(Since I left you, 2000)
(Since I left you, 2000)
Gli Avalanches hanno un modo tutto loro per usare brandelli di materiale altrui; il risultato è che, in pratica, creano dal nulla. Il ritmo di "Frontier psychiatrist" nasce da frammenti di dialoghi tratti da vecchi film, rumori vari e un riff di corno rubato a un disco attempato e presumibilmente poco funky di Bert Kaempfert. Pur partendo da questo materiale così poco promettente, gli Avalanches ti trascinano via in un crescendo di vertiginosa potenza (e riescono perfino a mettere insieme due frammenti di dialogo per mezzo della rima).
da 31 Songs di Nick Hornby
BB. No fun vs Push it | Soulwax
(Too many DJS, 2000)
(Too many DJS, 2000)
Nel frattempo, il fenomeno dei bootleg, per cui i DJ tagliano un paio di canzoni per il lungo e le sovrappongono una all’altra, si delinea come il movimento musicale più allegramente nichilista dai tempi del punk, anche se forse i punk, conservando il dolce antiquato bisogno di creare da sé la propria musica, aderivano solo a parole agli ideali del nichilismo. Gente come i Soulwax e i Freelance Hellraiser (i quali hanno fuso insieme, con risultati sorprendentemente ottimi, Christina Aguilera e gli Strokes) ci dicono che è finita e che ormai loro stanno usando i resti che gli abbiamo lasciato come legna da ardere per fare un fuoco attorno a cui stringersi mentre l’inferno del mondo musicale si congela.Si tratta del mashup di "No fun" degli Stooges con "Push it" dei Salt 'n Pepa.
da 31 Songs di Nick Hornby
Pissing in a river | Patti Smith Group
(Radio Ethiopia, 1976)
(Radio Ethiopia, 1976)
Ci sono alcune cose di Patti Smith che è impossibile non amare: un inguaribile spirito bohémien e la fame insaziabile per tutto quanto abbia a che fare con l’arte, i libri e la musica. (…) Non ricordavo di aver mai sentito "Pissing in a river", ma se l’avevo sentita, allora evidentemente non mi aveva lasciato alcun segno. Invece quella sera, mentre Patti Smith cantava in un crescendo elettrizzante “Everithing I’ve done, I’ve done for you / Oh, I’d give my life for you” dondolandosi nella luce azzurra che arrivava dalle belle vetrate colorate alle sue spalle e invadeva il pulpito, lo sentivi che tutto il pubblico si stava innamorando di lei, della sua canzone e della serata. Fu uno di quei rari momenti – miracolosi nel contesto di uno spettacolo rock – in cui provi gratitudine per la musica che conosci e per quella che devi ancora sentire, per i libri che hai letto e per quelli che leggerai, forse addirittura per la vita che vivi.
da 31 Songs di Nick Hornby
Altri brani, non su Spotify
11. I've had it | Aimee Mann
AA. So I'll run | Butch Hancock and Marce LaCouture
BB. No fun vs Push it | Soulwax