Immaginiamo di costruire da zero una discoteca: per carità, non una discoteca che raccolga i documenti sonori di tutte le culture e tutte le tradizioni. Una discoteca privata, misura domestica, con pezzi scelti in tutta la musica classica con il solo criterio del valore: gli "immortali", appunto.
Playlist
Trio in mi bemolle maggiore, op.100: II. andante con moto | Franz Schubert
Questo Andante con moto ha dei caratteri da marcia funebre. Ma con Schubert la marcia funebre diventa ironicamente un passo di danza, un balletto sinistro di figure spettrali, mentre la melodia del violoncello è il baricentro di tutto il pezzo. Tanto è vero che Schubert a un certo punto lo mette da parte; ma ecco che a metà del brano il grande tema del violoncello riappare inatteso, come il personaggio di un romanzo che – colpo di scena – torna, lavorato dal tempo e carico d'esperienze …
Questo Andante con moto ha dei caratteri da marcia funebre. Ma con Schubert la marcia funebre diventa ironicamente un passo di danza, un balletto sinistro di figure spettrali, mentre la melodia del violoncello è il baricentro di tutto il pezzo. Tanto è vero che Schubert a un certo punto lo mette da parte; ma ecco che a metà del brano il grande tema del violoncello riappare inatteso, come il personaggio di un romanzo che – colpo di scena – torna, lavorato dal tempo e carico d'esperienze …
Gymnopédie n.1 in re maggiore: lent et douloureux | Erik Satie
Le Gymnopédies sono tre brevi pezzi pieni di atmosfera, in tempo di 3/4, che condividono un tema e una struttura comuni. Nel loro insieme sono considerate come precorritrici della moderna musica ambient – pezzi armoniosi ma tuttavia eccentrici che all'epoca uscivano dalla tradizione classica. Le melodie dei 3 pezzi fanno un uso deliberato di dissonanze, che producono un effetto melanconico come previsto dalle istruzioni di Satie, che prevedevano esecuzioni comunque lente, e poi dolorose, tristi e gravi. Se poi queste istruzioni fossero da prendere alla lettera, o fossero invece dei commenti satirici su altra musica del tempo non è dato sapere. Ma nulla toglie al fascino eterno dei pezzi.
Le Gymnopédies sono tre brevi pezzi pieni di atmosfera, in tempo di 3/4, che condividono un tema e una struttura comuni. Nel loro insieme sono considerate come precorritrici della moderna musica ambient – pezzi armoniosi ma tuttavia eccentrici che all'epoca uscivano dalla tradizione classica. Le melodie dei 3 pezzi fanno un uso deliberato di dissonanze, che producono un effetto melanconico come previsto dalle istruzioni di Satie, che prevedevano esecuzioni comunque lente, e poi dolorose, tristi e gravi. Se poi queste istruzioni fossero da prendere alla lettera, o fossero invece dei commenti satirici su altra musica del tempo non è dato sapere. Ma nulla toglie al fascino eterno dei pezzi.
Sinfonia n.7 in la maggiore, op.92: II. allegretto | Ludwig van Beethoven
Ascoltando la Settima sinfonia si ha l'impressione di una massa lanciata con impeto crescente verso l'apoteosi finale. Il ritmo è tutto: anche il celebre Allegretto non consente indugi perchè è tutto definito dal suo immutabile sottofondo ritmico che lo sospinge oltre, lo costringe a muoversi. Naturalmente questo correre in avanti, accumulando energia anziché consumarla strada facendo, ha pure una sua drammaticità, che ricorda la forza con cui la Quinta sinfonia si lanciava contro ogni ostacolo. Ma la Settima non conosce ostacoli, è un dramma di forme, un dramma danzato; appunto, l'apoteosi della danza, come la definì Wagner.
Ascoltando la Settima sinfonia si ha l'impressione di una massa lanciata con impeto crescente verso l'apoteosi finale. Il ritmo è tutto: anche il celebre Allegretto non consente indugi perchè è tutto definito dal suo immutabile sottofondo ritmico che lo sospinge oltre, lo costringe a muoversi. Naturalmente questo correre in avanti, accumulando energia anziché consumarla strada facendo, ha pure una sua drammaticità, che ricorda la forza con cui la Quinta sinfonia si lanciava contro ogni ostacolo. Ma la Settima non conosce ostacoli, è un dramma di forme, un dramma danzato; appunto, l'apoteosi della danza, come la definì Wagner.
Duo des fleurs | Léo Delibes
"Duetto dei fiori" è un famoso duetto per soprano e mezzo-soprano dall'opera Lakmé di Léo Delibes. Il duetto si svolge nel primo atto, tra il personaggio di Lakmé, la figlia di un prete di Brahmin, e la sua serva Mallika, mentre vanno a raccogliere dei fiori in riva ad un fiume.
"Duetto dei fiori" è un famoso duetto per soprano e mezzo-soprano dall'opera Lakmé di Léo Delibes. Il duetto si svolge nel primo atto, tra il personaggio di Lakmé, la figlia di un prete di Brahmin, e la sua serva Mallika, mentre vanno a raccogliere dei fiori in riva ad un fiume.
Trio in la minore per pianoforte, violino e violoncello: I. moderé | Maurice Ravel
Il modo migliore per conoscere il Trio di Ravel è quello di ascoltarlo dopo una fiera batosta, oppure storditi di stanchezza, con la testa che ronza a vuoto, gli occhi pesti e i nervi ancora tutti drizzati e indoloriti: così conciati, il primo tema del pianoforte, pianissimo, con il suo ritmo lieve e sospeso, con il suo gioco tra commosso e ironizzato, ci trasporta subito in un mondo nuovo, in un tempo nuovo, che non ha più nulla a che fare con le misure reali e dove ogni contingenza oscura, materiale, vergognosa scompare. Poi tocca al genio di Ravel preservare questa sensazione per tutta la durata del pezzo, per tutti e quattro i movimenti. Qui propongo il miracoloso Moderé, primo movimento.
Il modo migliore per conoscere il Trio di Ravel è quello di ascoltarlo dopo una fiera batosta, oppure storditi di stanchezza, con la testa che ronza a vuoto, gli occhi pesti e i nervi ancora tutti drizzati e indoloriti: così conciati, il primo tema del pianoforte, pianissimo, con il suo ritmo lieve e sospeso, con il suo gioco tra commosso e ironizzato, ci trasporta subito in un mondo nuovo, in un tempo nuovo, che non ha più nulla a che fare con le misure reali e dove ogni contingenza oscura, materiale, vergognosa scompare. Poi tocca al genio di Ravel preservare questa sensazione per tutta la durata del pezzo, per tutti e quattro i movimenti. Qui propongo il miracoloso Moderé, primo movimento.
Goldberg Variations, BWV 988: aria da capo | Johann Sebastian Bach
Per le Variazioni Goldberg di Bach suonate sul pianoforte da Glenn Gould verrebbe voglia di usare la sigla autorale abbinata: Bach-Gould. Non che Gould abbia trascritto nulla, che anzi tutto è scrupolosamente fedele all'originale, fino all'ultima nota e all'ultima pausa. Ma Gould ha la facoltà d'inventare una vita sonora e timbrica, un gioco di pesi e di rapporti temporali molto originale. Gould voleva essere tutto cervello, ma qui è anche cuore, tanto da cantarsi a voce percepibile le note che suona.
Il molto eclettico Dr. Hannibal Lecter (de Il silenzio degli innocenti) è notoriamente un appassionato delle Variazioni Goldberg nell'esecuzione di Glenn Gould.
Per le Variazioni Goldberg di Bach suonate sul pianoforte da Glenn Gould verrebbe voglia di usare la sigla autorale abbinata: Bach-Gould. Non che Gould abbia trascritto nulla, che anzi tutto è scrupolosamente fedele all'originale, fino all'ultima nota e all'ultima pausa. Ma Gould ha la facoltà d'inventare una vita sonora e timbrica, un gioco di pesi e di rapporti temporali molto originale. Gould voleva essere tutto cervello, ma qui è anche cuore, tanto da cantarsi a voce percepibile le note che suona.
Il molto eclettico Dr. Hannibal Lecter (de Il silenzio degli innocenti) è notoriamente un appassionato delle Variazioni Goldberg nell'esecuzione di Glenn Gould.
Danse macabre | Camille Saint-Saëns
La Danza macabra è un breve poema sinfonico composto nel 1874 da Camille Saint-Saëns. Fonte di ispirazione fu un poemetto grottesco di Henri Cazalis in cui la morte suona un violino scordato in un cimitero. Il violino della Morte, oltre ad avere la corda più alta “scordata” appositamente, suona anche in tonalità sbagliata. Gli scheletri escono dalle tombe e avvolti in bianchi sudari si mettono a ballare forsennatamente: la danza vera e propria è formata da contrabbassi e violoncelli, con lo xilofono che imita il rumore secco delle ossa degli scheletri che danzano. Insomma un “Thriller” 110 anni prima di Michael Jackson!
La Danza macabra è un breve poema sinfonico composto nel 1874 da Camille Saint-Saëns. Fonte di ispirazione fu un poemetto grottesco di Henri Cazalis in cui la morte suona un violino scordato in un cimitero. Il violino della Morte, oltre ad avere la corda più alta “scordata” appositamente, suona anche in tonalità sbagliata. Gli scheletri escono dalle tombe e avvolti in bianchi sudari si mettono a ballare forsennatamente: la danza vera e propria è formata da contrabbassi e violoncelli, con lo xilofono che imita il rumore secco delle ossa degli scheletri che danzano. Insomma un “Thriller” 110 anni prima di Michael Jackson!
Berceuse per pianoforte in re bemolle maggiore, op.57 | Fryderyl Chopin
Tutti sanno la differenza tra il tempo matematico degli orologi e il tempo psicologico percepito dalla coscienza; la musica, arte dell'interiorità, lavora su quel rapporto e ciascun compositore attira e organizza nel proprio tempo idee e immagini sonore. Quanto "dura" la Berceuse per pianoforte di Chopin? La mano sinistra ripete da cima a fondo sempre la stessa formula ritmica e il tempo sembra arrestarsi; ma su questa sorta d'ipnosi la mano destra disegna una linea immacolata e poi la conduce per una rete di varianti che ognuna illumina una faccia di quel purissimo diamante; partita da un filo di musica, la pagina passa per un rigonfiamento e poi si vuota alla fine tornando al punto di partenza: se a questo punto guardiamo l'orologio, vedremo che sono passati si e no cinque minuti; mentre nella realtà della fantasia siamo stati rapiti in una misteriora immobilità fuori da ogni tempo meccanico.
Tutti sanno la differenza tra il tempo matematico degli orologi e il tempo psicologico percepito dalla coscienza; la musica, arte dell'interiorità, lavora su quel rapporto e ciascun compositore attira e organizza nel proprio tempo idee e immagini sonore. Quanto "dura" la Berceuse per pianoforte di Chopin? La mano sinistra ripete da cima a fondo sempre la stessa formula ritmica e il tempo sembra arrestarsi; ma su questa sorta d'ipnosi la mano destra disegna una linea immacolata e poi la conduce per una rete di varianti che ognuna illumina una faccia di quel purissimo diamante; partita da un filo di musica, la pagina passa per un rigonfiamento e poi si vuota alla fine tornando al punto di partenza: se a questo punto guardiamo l'orologio, vedremo che sono passati si e no cinque minuti; mentre nella realtà della fantasia siamo stati rapiti in una misteriora immobilità fuori da ogni tempo meccanico.
Sinfonia n.3 in fa maggiore, op.90: III. poco allegretto | Johannes Brahms
Secondo attendibili statistiche, delle quattro sinfonie di Bramhs la n.3 è di gran lunga la meno eseguita. Ma proprio quest'opera contiene, con il suo Terzo movimento, una delle pagine più popolari di tutto Brahms, specie dopo il successo mondiale del film ricavato dal romanzo di Françoise Sagan Aimez-vous Brahms?, dove il tema ricorre con persistente malinconia.
Secondo attendibili statistiche, delle quattro sinfonie di Bramhs la n.3 è di gran lunga la meno eseguita. Ma proprio quest'opera contiene, con il suo Terzo movimento, una delle pagine più popolari di tutto Brahms, specie dopo il successo mondiale del film ricavato dal romanzo di Françoise Sagan Aimez-vous Brahms?, dove il tema ricorre con persistente malinconia.
Adagio for strings | Samuel Barber
L'Adagio per archi di Barber è struggente e bellissimo.
The Elephant Man (1980), diretto da David Lynch, è stato il primo film ad utilizzare questo brano: fu aggiunto in coda al film per aumentare l'emotività della pellicola. Il pezzo è stato usato anche nel film Platoon (1986) di Oliver Stone, per sottolineare i momenti più forti della pellicola.
L'Adagio per archi di Barber è struggente e bellissimo.
The Elephant Man (1980), diretto da David Lynch, è stato il primo film ad utilizzare questo brano: fu aggiunto in coda al film per aumentare l'emotività della pellicola. Il pezzo è stato usato anche nel film Platoon (1986) di Oliver Stone, per sottolineare i momenti più forti della pellicola.
Sinfonia n.5 in do minore, op.67: I. allegro con brio | Ludwig van Beethoven
La buona musica non sempre sa tenere compagnia. Il caso più evidente è quello della Quinta sinfonia di Beethoven, che a dire la verità, se uno l'ascolta proprio bene, è un po' come mettersi un leone in casa: che non è certo una buona compagnia, a meno di non nascere con la vocazione del domatore. Eppure la Quinta sinfonia è irrinunciabile, essendo l'opera in cui il pensiero beethoveniano si presenta efficace come un dramma e chiaro come un teorema.
La buona musica non sempre sa tenere compagnia. Il caso più evidente è quello della Quinta sinfonia di Beethoven, che a dire la verità, se uno l'ascolta proprio bene, è un po' come mettersi un leone in casa: che non è certo una buona compagnia, a meno di non nascere con la vocazione del domatore. Eppure la Quinta sinfonia è irrinunciabile, essendo l'opera in cui il pensiero beethoveniano si presenta efficace come un dramma e chiaro come un teorema.
Water Music, suite n.2 in re maggiore, HWV 349: II. alla hornpipe | Georg Friedrich
Se c'è una musica che bisogna ascoltare tutte le mattine prima d'incominciare le solite occupazioni, nulla di piú tonico e corroborante si può trovare della Water Music di Haendel; come le pratiche igieniche, il rassettarsi e il vestire con appropriatezza, questa musica potrà mettere in forma lo spirito per buona parte della giornata. C'è persino il pericolo che quella grandiosità di respiro e quel fraseggiare sempre maestoso inducano – in chi ascolta e se ne compenetri – una certa qual grandigia e altezzosità di gesti e di atteggiamenti: c'è il rischio di non rispondere al saluto della vicina sul pianerottolo, peggio, di respingere schifati e annoiati la piú urbana osservazione di un superiore: tanto è maiuscola quella musica, tanto è impregnata di maniere graziose e regali!
Se c'è una musica che bisogna ascoltare tutte le mattine prima d'incominciare le solite occupazioni, nulla di piú tonico e corroborante si può trovare della Water Music di Haendel; come le pratiche igieniche, il rassettarsi e il vestire con appropriatezza, questa musica potrà mettere in forma lo spirito per buona parte della giornata. C'è persino il pericolo che quella grandiosità di respiro e quel fraseggiare sempre maestoso inducano – in chi ascolta e se ne compenetri – una certa qual grandigia e altezzosità di gesti e di atteggiamenti: c'è il rischio di non rispondere al saluto della vicina sul pianerottolo, peggio, di respingere schifati e annoiati la piú urbana osservazione di un superiore: tanto è maiuscola quella musica, tanto è impregnata di maniere graziose e regali!
Concerto in re maggiore per tromba e archi: I. adagio | Georg Philipp Telemann
Sono sicuro che questa melodia ti è molto familiare. Infatti è quella de "La canzone dell’amore perduto" di De André (vedi alla voce Plagi d'autore).
Sono sicuro che questa melodia ti è molto familiare. Infatti è quella de "La canzone dell’amore perduto" di De André (vedi alla voce Plagi d'autore).
Agitata da due venti | Antonio Vivaldi
Aria dal II atto di Griselda, opera di Antonio Vivaldi su libretto di Carlo Goldoni. Fe-no-me-na-le la Cecilia Bartoli.
Aria dal II atto di Griselda, opera di Antonio Vivaldi su libretto di Carlo Goldoni. Fe-no-me-na-le la Cecilia Bartoli.
Agitata da due venti,
freme l’onda in mar turbato
e il nocchiero spaventato
già s’aspetta a naufragar.
Kinderszenen n.7 in fa maggiore, op.15: Träumerei | Robert Schumann
Una delle Kinderszenen. Schumann inizialmente le definì come scene infantili composte per bambini da parte di un adulto, ma in seguito modificò il proprio giudizio in 'reminiscenze per adulti da parte di un adulto'; non più musica per i bimbi dunque, bensì sui bimbi. Questa è "Sogno".
Una delle Kinderszenen. Schumann inizialmente le definì come scene infantili composte per bambini da parte di un adulto, ma in seguito modificò il proprio giudizio in 'reminiscenze per adulti da parte di un adulto'; non più musica per i bimbi dunque, bensì sui bimbi. Questa è "Sogno".
Variations on an original theme, op.36, Enigma: 9. Nimrod (adagio) | Edward+Elgar
Le Enigma Variations consistono in un tema principale, seguito da 14 variazioni, che differiscono dal tema per melodia, armonia e ritmo; l'ultima variazione costituisce il gran finale. Questa è Nimrod, la nona variazione, la più famosa.
Le Enigma Variations consistono in un tema principale, seguito da 14 variazioni, che differiscono dal tema per melodia, armonia e ritmo; l'ultima variazione costituisce il gran finale. Questa è Nimrod, la nona variazione, la più famosa.
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