(1972, Seattle, Washington, USA)
Damien Jurado fa il maestro elementare a Seattle, e anche il cantautore versatile, sempre a Seattle. Da ragazzo faceva baccano punk, poi studiò le tradizioni folk e cominciò a fare dischi eclettici, che a volte hanno sbandate rock più vivaci, ma prevalentemente sono fatti di belle canzoni molto lente che raccontano storie molto tristi.
Damien Jurado fa il maestro elementare a Seattle, e anche il cantautore versatile, sempre a Seattle. Da ragazzo faceva baccano punk, poi studiò le tradizioni folk e cominciò a fare dischi eclettici, che a volte hanno sbandate rock più vivaci, ma prevalentemente sono fatti di belle canzoni molto lente che raccontano storie molto tristi.
Ohio
(Rehearsals for departure, 1999)
All’inizio eravamo molto Jorma Kaukonen barra Neil Young, ma con la voce nasale di Damien Jurado. Chitarra e armonica, e il racconto di una ragazza che torna in Ohio per vedere sua madre, dopo tanto tempo. E poi “o-hai-o” ha un suono bellissimo: “she tells me o-hai-o”.
(Rehearsals for departure, 1999)
All’inizio eravamo molto Jorma Kaukonen barra Neil Young, ma con la voce nasale di Damien Jurado. Chitarra e armonica, e il racconto di una ragazza che torna in Ohio per vedere sua madre, dopo tanto tempo. E poi “o-hai-o” ha un suono bellissimo: “she tells me o-hai-o”.
Medication
(Ghost of David, 2000)
Ghost of David era un disco pieno di storie terribili e da piangere, anche due alla volta. Tre, alla volta. Qui lui ha una relazione clandestina e rischiosa con la ragazza di un poliziotto, e un fratello fuori di testa che si è tagliato le vene e lo ricoverano in una clinica e lo implora di non lasciarlo. “Alla tv qualche predicatore dice che Dio è tra di noi e ascolta le nostre preghiere. E io gli chiedo, Dio, ti prego, prenditi mio fratello”. La canzone è meravigliosamente monocorde, con la sola eccezione di un din-don di triangolo, perfetto quanto il verso iniziale: “it just so happens I have many concerns”. Roba da fare molta invidia a Paul Simon.
(Ghost of David, 2000)
Ghost of David era un disco pieno di storie terribili e da piangere, anche due alla volta. Tre, alla volta. Qui lui ha una relazione clandestina e rischiosa con la ragazza di un poliziotto, e un fratello fuori di testa che si è tagliato le vene e lo ricoverano in una clinica e lo implora di non lasciarlo. “Alla tv qualche predicatore dice che Dio è tra di noi e ascolta le nostre preghiere. E io gli chiedo, Dio, ti prego, prenditi mio fratello”. La canzone è meravigliosamente monocorde, con la sola eccezione di un din-don di triangolo, perfetto quanto il verso iniziale: “it just so happens I have many concerns”. Roba da fare molta invidia a Paul Simon.
Tonight I will retire
(Ghost of David, 2000)
Bellissima. Bel-lis-si-ma. E tristissima. L’annuncio di un suicidio, di un colpo di pistola, di un addio a un amore, cantati con l’anima o con qualcosa che le somiglia, e con un pianoforte. “And if I should taste fire, save me not, I deserve to die”.
(Ghost of David, 2000)
Bellissima. Bel-lis-si-ma. E tristissima. L’annuncio di un suicidio, di un colpo di pistola, di un addio a un amore, cantati con l’anima o con qualcosa che le somiglia, e con un pianoforte. “And if I should taste fire, save me not, I deserve to die”.
December
(Ghost of David, 2000)
Un suono di vento, una chitarra. Un uomo resta bloccato nella sua macchina in panne, in mezzo a un inverno freddissimo. Lo trovano congelato, le mani incollate allo sterzo. “Inverno, ho scoperto quanto puoi essere crudele. Ma guardati le spalle, un giorno sarò io a farti fuori. Ti troveranno in macchina, le mani incollate allo sterzo”.
(Ghost of David, 2000)
Un suono di vento, una chitarra. Un uomo resta bloccato nella sua macchina in panne, in mezzo a un inverno freddissimo. Lo trovano congelato, le mani incollate allo sterzo. “Inverno, ho scoperto quanto puoi essere crudele. Ma guardati le spalle, un giorno sarò io a farti fuori. Ti troveranno in macchina, le mani incollate allo sterzo”.
Amateur night
(Where shall you take me?, 2003)
Un andamento simile a quello di “December”, anche se qui il rombo melodico della tensione comincia a entrare progressivamente sulla chitarra solo a un certo punto, mentre si capisce cosa sta succedendo. Ovvero che un maniaco fotografo omicida sta facendo fuori la ragazza. Forse le canzoni di Jurado sono troppo belle per sapere di cosa parlano. Meglio di no.
(Where shall you take me?, 2003)
Un andamento simile a quello di “December”, anche se qui il rombo melodico della tensione comincia a entrare progressivamente sulla chitarra solo a un certo punto, mentre si capisce cosa sta succedendo. Ovvero che un maniaco fotografo omicida sta facendo fuori la ragazza. Forse le canzoni di Jurado sono troppo belle per sapere di cosa parlano. Meglio di no.
Lion tamer
(On my way to absence, 2005)
Malgrado il suono più energico e allegro e il maggior frastuono, è una canzone triste anche questa, di separazione. Ma almeno non muore nessuno. È stupenda dove fa: “the gun in the drawer...” (oddio, una pistola: morirà qualcuno?).
(On my way to absence, 2005)
Malgrado il suono più energico e allegro e il maggior frastuono, è una canzone triste anche questa, di separazione. Ma almeno non muore nessuno. È stupenda dove fa: “the gun in the drawer...” (oddio, una pistola: morirà qualcuno?).
Simple hello
(On my way to absence, 2005)
Appena una canzone di gelosia, ma persino serena e disincantata (“ora sei troppo occupata con i tuoi nuovi amici”). Musicalmente prosegue praticamente “Lion tamer”, chitarra e batteria.
(On my way to absence, 2005)
Appena una canzone di gelosia, ma persino serena e disincantata (“ora sei troppo occupata con i tuoi nuovi amici”). Musicalmente prosegue praticamente “Lion tamer”, chitarra e batteria.
Night out for the downer
(On my way to absence, 2005)
Il violino invece anticipa già che non c’è da stare allegri. La relazione è in pezzi, e anch’io sto affondando, e “di certo non posso criticarti se non vuoi passare la serata con me”.
(On my way to absence, 2005)
Il violino invece anticipa già che non c’è da stare allegri. La relazione è in pezzi, e anch’io sto affondando, e “di certo non posso criticarti se non vuoi passare la serata con me”.