(1939, Washington, Columbia, USA – 1984, Los Angeles, California, USA)
Un genio, e un figo della Madonna. Titolare di uno dei dischi più importanti nella storia del soul. A tre anni cantava col coro della chiesa, poi ebbe tutti casini del mondo con le donne, la droga e la discografia, e a 45 anni suo padre, reverendo, gli sparò. Un genio, e un figo della Madonna.
Un genio, e un figo della Madonna. Titolare di uno dei dischi più importanti nella storia del soul. A tre anni cantava col coro della chiesa, poi ebbe tutti casini del mondo con le donne, la droga e la discografia, e a 45 anni suo padre, reverendo, gli sparò. Un genio, e un figo della Madonna.
Ain’t no mountain high enough
(United, 1967)
“Listen, baby...”. Questa cosa che per vedersi Marvin Gaye e Tammi Terrell – che allora abitavano probabilmente in due eleganti appartamenti del centro e non erano esattamente i tipi del taglialegna e della bella lavanderina – dovessero scavalcare dei passi montani e guadare dei fiumi, non è credibilissima.
(United, 1967)
“Listen, baby...”. Questa cosa che per vedersi Marvin Gaye e Tammi Terrell – che allora abitavano probabilmente in due eleganti appartamenti del centro e non erano esattamente i tipi del taglialegna e della bella lavanderina – dovessero scavalcare dei passi montani e guadare dei fiumi, non è credibilissima.
I heard it through the grapevine
(I heard it through the grapevine, 1968)
Beh, un mito, anche se l’hanno infilata in tutti i film e gli spot del mondo, compreso uno per le uvette (è anche uno dei molti tesori della colonna sonora perfetta, quella del Grande Freddo): ma con quell’attacco lì, si può vendere qualsiasi cosa. Nell’anno prima che convincessero il signor Motown, Barry Gordy, a farla cantare a Gaye, la canzone era stata già data a parecchi altri. Ma con lui divenne il singolo più venduto nella storia della Motown. Una delle più grandi canzoni sulla rivelazione dell’esistenza dell’altro, assieme a “Fiori rosa, fiori di pesco”.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #80 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(I heard it through the grapevine, 1968)
Beh, un mito, anche se l’hanno infilata in tutti i film e gli spot del mondo, compreso uno per le uvette (è anche uno dei molti tesori della colonna sonora perfetta, quella del Grande Freddo): ma con quell’attacco lì, si può vendere qualsiasi cosa. Nell’anno prima che convincessero il signor Motown, Barry Gordy, a farla cantare a Gaye, la canzone era stata già data a parecchi altri. Ma con lui divenne il singolo più venduto nella storia della Motown. Una delle più grandi canzoni sulla rivelazione dell’esistenza dell’altro, assieme a “Fiori rosa, fiori di pesco”.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #80 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
Mercy mercy me (The ecology)
(What’s going on, 1971)
What’s going on è un album mitologico per la storia del soul: invece che farsi passare dalla Motown le solite canzoni scritte da qualcun altro il giorno prima o vent’anni prima, Marvin Gaye se le scrisse da sé. Un disco di ballabili e al tempo stesso di testi, considerazioni, posizioni forti. “Mercy mercy me” è – come dice il sottotitolo – una canzone ambientalista. “Mercy mercy me, things ain’t what they used to be”. La base è una grandissima invenzione, e soprattutto quel giro di chitarra che non è la prima cosa che se ne percepisce. E la canzone stessa è organizzata in modo anomalo e nuovo: nessun ritornello e l’assolo di sassofono nel finale, che si sospende improvvisamente senza che la voce rientri, con quella chiusa un po’ da Scooby Doo.
(What’s going on, 1971)
What’s going on è un album mitologico per la storia del soul: invece che farsi passare dalla Motown le solite canzoni scritte da qualcun altro il giorno prima o vent’anni prima, Marvin Gaye se le scrisse da sé. Un disco di ballabili e al tempo stesso di testi, considerazioni, posizioni forti. “Mercy mercy me” è – come dice il sottotitolo – una canzone ambientalista. “Mercy mercy me, things ain’t what they used to be”. La base è una grandissima invenzione, e soprattutto quel giro di chitarra che non è la prima cosa che se ne percepisce. E la canzone stessa è organizzata in modo anomalo e nuovo: nessun ritornello e l’assolo di sassofono nel finale, che si sospende improvvisamente senza che la voce rientri, con quella chiusa un po’ da Scooby Doo.
What’s going on
(What’s going on, 1971)
La title-track affrontava invece più genericamente i drammi del mondo, odi e guerre, proponendo la generica ma infallibile soluzione dell’amore: “You’ve got to find the way to bring some lovin’ here today”. Lo stesso dubbio e la stessa domanda del titolo, tradotti, sarebbero stati espressi anni dopo da Roberto Benigni con la battuta “o icché c’è?”.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #4 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(What’s going on, 1971)
La title-track affrontava invece più genericamente i drammi del mondo, odi e guerre, proponendo la generica ma infallibile soluzione dell’amore: “You’ve got to find the way to bring some lovin’ here today”. Lo stesso dubbio e la stessa domanda del titolo, tradotti, sarebbero stati espressi anni dopo da Roberto Benigni con la battuta “o icché c’è?”.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #4 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
Let’s get it on
(Let’s get it on, 1973)
Attacco degno di Otis Redding, e “uuuuh!”. Poi sesso sesso sesso – la sua nuova ragazza aveva diciassette anni – anche se “sono caldo come un forno” l’avrebbe conservata per la successiva “Sexual healing”.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #167 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Let’s get it on, 1973)
Attacco degno di Otis Redding, e “uuuuh!”. Poi sesso sesso sesso – la sua nuova ragazza aveva diciassette anni – anche se “sono caldo come un forno” l’avrebbe conservata per la successiva “Sexual healing”.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #167 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
If I should die tonight
(Let’s get it on, 1973)
(Let’s get it on, 1973)
Sei lì disteso con il tuo partner, o con qualcuno che non conosci molto bene, mentre Marvin ti informa che come avete fatto sesso adesso, non lo farete mai più, per il resto della vostra vita. Qualsiasi esperienza successiva è destinata ad essere talmente deludente che vi conviene cavarvi subito da quella spirale mortale. Questo è un insopportabile fardello per la coppia. E sicuramente inibisce le consuete attività post-coitali: sonno, caccia al calzino o al telecomando, scambio di indirizzi email (falsi), eccetera eccetera.
da 31 Songs di Nick Hornby
I want you
(I want you, 1976)
Poi lui era bravo a fare questo: un grande sottofondo ritmico ante-lounge e trascinarci molto le sillabe sopra.
(I want you, 1976)
Poi lui era bravo a fare questo: un grande sottofondo ritmico ante-lounge e trascinarci molto le sillabe sopra.
Got to give it up
(Live at the London Palladium, 1977)
La madre di tutte le canzoni di gridolini – Michael Jackson doveva ancora fare “Don’t stop ‘til you get enough” – e gli fece fare il colpo più grosso della sua carriera fino ad allora, piste da ballo comprese. La versione originale pubblicata in appendice a un disco dal vivo era di dodici minuti, e Gaye ci aveva improvvisato sopra anche la percussione di una bottiglia di succo di pompelmo.
(Live at the London Palladium, 1977)
La madre di tutte le canzoni di gridolini – Michael Jackson doveva ancora fare “Don’t stop ‘til you get enough” – e gli fece fare il colpo più grosso della sua carriera fino ad allora, piste da ballo comprese. La versione originale pubblicata in appendice a un disco dal vivo era di dodici minuti, e Gaye ci aveva improvvisato sopra anche la percussione di una bottiglia di succo di pompelmo.
Sexual healing
(Midnight Love, 1982)
Probabilmente la più celebre e definitiva canzone da pomicio – a dire il meno – di tutti tempi. Eravamo finiti negli anni Ottanta, e Marvin Gaye ci mise il piede dentro con questa roba di “come on, come on, come on” e un video che rincarava la dose (quello con l’infermiera). Quasi tutto quello che si sente, lo suona Marvin Gaye, e il resto il chitarrista Gordon Banks.
Molto 'gettonata' su Spotify una versione remix da Kygo.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #231 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
(Midnight Love, 1982)
Probabilmente la più celebre e definitiva canzone da pomicio – a dire il meno – di tutti tempi. Eravamo finiti negli anni Ottanta, e Marvin Gaye ci mise il piede dentro con questa roba di “come on, come on, come on” e un video che rincarava la dose (quello con l’infermiera). Quasi tutto quello che si sente, lo suona Marvin Gaye, e il resto il chitarrista Gordon Banks.
Molto 'gettonata' su Spotify una versione remix da Kygo.
Nel 2004 la rivista Rolling Stone ha classificato questo brano al #231 della classifica 500 Greatest Songs of All Time.
La brutta morte di Marvin Gaye
Il padre di Marvin Gaye, Marvin Gay senior (suo figlio aveva aggiunto una “e” al cognome di famiglia), era stato pastore della Chiesa Ebrea Pentecostale di un sobborgo di Washington, ma i racconti su di lui lo mostravano come un pastore piuttosto stravagante, con un debole per gli abiti femminili. Col successo musicale del figlio sviluppò una forte invidia e un senso di competizione che peggiorarono le tensioni tra i due, che secondo alcuni risalivano a violenze domestiche infantili.
Nel 1983, subito dopo il rinnovato successo di Midnight love, Marvin Gaye era tornato a vivere con i suoi a Los Angeles dopo un lungo periodo passato a Ostenda, in Belgio. Era tormentato da abusi costanti di cocaina e uno stato di paranoia arcinoto nello show-business: era convinto che qualcuno volesse ucciderlo, girava sempre con molte guardie del corpo e spesso indossava un giubbotto antiproiettile. Nella sua stanza nascondeva molte armi, e il primo aprile del 1984 gliene fu trovata una anche nella tasca dell’accappatoio che indossava da diversi giorni. Suo padre si affacciò sulla soglia per cercare sua madre, ma disse di non voler entrare. Marvin fece l’offeso e gli rispose di non tornare mai più. I due litigarono, e continuarono a farlo fino nella stanza del più vecchio. La signora Gay trascinò Marvin di nuovo nella sua camera, dove lui le disse che se ne sarebbe andato da quella casa, perché il padre lo odiava. In quel momento, Marvin senior riapparve nella stanza e sparò a suo figlio al petto una volta, e poi di nuovo, da più vicino. Il giorno seguente Marvin Gaye avrebbe compiuto 45 anni.
Il padre di Marvin Gaye, Marvin Gay senior (suo figlio aveva aggiunto una “e” al cognome di famiglia), era stato pastore della Chiesa Ebrea Pentecostale di un sobborgo di Washington, ma i racconti su di lui lo mostravano come un pastore piuttosto stravagante, con un debole per gli abiti femminili. Col successo musicale del figlio sviluppò una forte invidia e un senso di competizione che peggiorarono le tensioni tra i due, che secondo alcuni risalivano a violenze domestiche infantili.
Nel 1983, subito dopo il rinnovato successo di Midnight love, Marvin Gaye era tornato a vivere con i suoi a Los Angeles dopo un lungo periodo passato a Ostenda, in Belgio. Era tormentato da abusi costanti di cocaina e uno stato di paranoia arcinoto nello show-business: era convinto che qualcuno volesse ucciderlo, girava sempre con molte guardie del corpo e spesso indossava un giubbotto antiproiettile. Nella sua stanza nascondeva molte armi, e il primo aprile del 1984 gliene fu trovata una anche nella tasca dell’accappatoio che indossava da diversi giorni. Suo padre si affacciò sulla soglia per cercare sua madre, ma disse di non voler entrare. Marvin fece l’offeso e gli rispose di non tornare mai più. I due litigarono, e continuarono a farlo fino nella stanza del più vecchio. La signora Gay trascinò Marvin di nuovo nella sua camera, dove lui le disse che se ne sarebbe andato da quella casa, perché il padre lo odiava. In quel momento, Marvin senior riapparve nella stanza e sparò a suo figlio al petto una volta, e poi di nuovo, da più vicino. Il giorno seguente Marvin Gaye avrebbe compiuto 45 anni.
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