The Alarm

(1981-1992, Rhyl, Galles, Regno Unito)

Erano quelli con i capelli dritti in testa e il mito estetico e lirico delle guerre settecentesche. Gallesi, andarono in tour con gli U2 e cercarono di assomigliargli, attingendo anche ai modi dei Clash. Non ci riuscirono granché, ma con uno stampino di chitarre e canti di battaglia produssero alcune belle canzoni gridacchiate.

The stand
(The Alarm, 1983)
Il primo successo andò meglio in America che in Gran Bretagna, e diede un’idea di quello che avevano in mente. Era ispirato al romanzo omonimo di Stephen King, da noi tradotto come L’ombra dello scorpione.

Sixty-eight guns
(Declaration, 1984)
“Sixty-eight guns è il grido di bat- taglia.” Quando, nel 1983, entrò in classifica in Inghilterra, la band era in tour in America e ritornò precipitosamente per la possibilità di suonare a Top of the pops. Poi la usarono per uno spot americano della Heineken.

Where were you hiding when the storm broke?
(Declaration, 1984)
“Vendersi è un peccato mortale”: la scrissero a cavallo del successo per vietarsi di tradire la propria purezza e di sottrarsi alla musica vera, secondo loro.
Dove ti sei andato a nascondere quando è scoppiata la tempesta?

Tell me
(Declaration, 1984)
Anthems, gli Alarm erano specializzati in anthems. Canti, cori, refrain proclamati al mondo, grida di battaglia con cui guidare le truppe. Ma a differenza della tradizione degli anthems hard rock – spesso meri slogan – gli Alarm sapevano inventare una melodia compiuta con cui sostenerli. “Take a look at the punks”, è ancora più efficace perché emerge – esplode – da una strofa sommessa e quieta.

The deceiver
(Declaration, 1984)
Appunto, non vi viene voglia di guidare un corteo? “Highway to hell” degli AC/DC è un anthem statico, perfetto per un comizio dal balcone, per un’adunata. Ma per andare a conquistare il mondo, per il moto a luogo, ci vuole questo. (Ed ecco di cosa parla secondo il leader Mike Peters: «ci sono sempre stati dei pazzi che pensavano di conquistare il mondo».)

Blaze of glory
(Declaration, 1984)
Buona per chiudere il concerto, in un’esplosione di gloria.

Rescue me
(Eye of the hurricane, 1987)
Qui eravamo già in una fase calante, e con una certa premonizione passavano dai canti di battaglia alla richiesta di soccorso. Mike Peters cantò “Rescue me” in uno straordinario concerto alla scuola elementare Italo Calvino di Reggio Emilia, organizzato nel 2002 dalle maestre. Bambini in visibilio.


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