America

(1967, Londra, Inghilterra, Regno Unito)

All’università a Londra erano in tre, figli di militari americani di stanza in Inghilterra: il primo disco e la canzone più famosa li incisero lì, poi se ne tornarono al paesello, dove spopolarono ancora un po’. Quando uno mollò e si convertì al cristianesimo e alla musica religiosa, gli altri infilarono ancora qualche successo con dischi piuttosto noiosi. Erano la faccia melensa del rock western degli anni Settanta, ma anche la melensaggine conosce bravure.

A horse with no name
(America, 1971)
Uno dei classici dell’epoca, anche grazie a un equivoco: molti pensarono fosse una canzone di Neil Young. La band ha sempre negato che il cavallo e il deserto di cui si parla fossero una metafora dell’uso di stupefacenti, ma non è bastato a fugare i sospetti: per scrivere cose come “the heat was hot” – ovvero “il caldo era caldo” – qualcosa bisogna aver preso. Anche l’accavallarsi di negazioni nel verso “’cause there ain’t no one for to give you no pain” è ben strano: “colloquiale”, lo definì uno degli autori. Magari poi parla del deserto, e di un cavallo, va’ a sapere. Magari.

I need you
(America, 1971)
Sono testi che rilassano, finalmente: niente cavalli misteriosi, niente allusioni dietro l’angolo, solo metafore da asilo infantile. Un testo degno del miglior Cole Porter: “Ho bisogno di te, come il fiore della pioggia, come l’inverno della primavera” eccetera.

Sister golden hair
(America in concert, 1973)
Quando eravamo giovani e ci sembrava contassero solo i bassi, c’era un punto nella versione live in cui alzavamo i bassi a palla per scatenare il colpo di batteria.

Daisy Jane
(America in concert, 1973)
Daisy mi ama, io sono contento, il cielo è sereno, ma anche sotto le stelle bla bla bla. Però quando si apre il ritornello è bella, e poi si potrà anche essere un po’ pirla sentimentali, ogni tanto, l’estate, la sera, no?

Another try
(Holiday, 1974)
Hanno licenziato papà, e comunque i soldi se li beveva tutti prima di arrivare a casa. Però, mamma, a cosa serve una famiglia? Chiamalo, digli di tornare a casa. Diamogli un’altra possibilità. Mah.

Survival
(Alibi, 1980)
Entrarono negli anni Ottanta con un disco discreto, Alibi, prima di smettere definitivamente di indovinarne una. Questo era il singolo: ancora molto vento, pioggia, luna, mare e via dicendo. Manca il cavallo.


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