Röyksopp

(1999, Tromsø, Norvegia)

I Röyksopp sono un duo norvegese di musica elettronica e downtempo, che combinano ambient, lounge music e funk elettronico con sprazzi di colonne sonore e battiti dance.

Röyksopp’s night out
(Melody A.M., 2001)
Proprio quando alcuni di noi cominciavano a temere che la cultura dance ci avrebbe fatto sentire definitivamente esclusi dal giro giovanile (e, diciamolo, era ora), è stata inventata la chillout, e siamo tornati a sentirci inclusi. Gente tranquilla e di gusto come Zero 7, Gotan Project e Röyksopp potrà pure offire ristoro a chi è appena rientrato da un selvaggio sabato sera a base di droghe, ma corre anche il rischio di fornire sollievo a chi ha avuto una dura settimana nell’agenzia pubblicitaria dove lavora o a insegnare all’università. (…)

da 31 Canzoni di Nick Hornby

Eple
(Melody A.M., 2001)
Il titolo del brano in norvegese significa ‘mela’. Anche per questa ragione la Apple ne ha acquistato i diritti e ne ha fatto la sigla di un suo sistema operativo.

Alpha male
(The understanding, 2005)
Negli animali sociali, il maschio alfa è l’individuo nella comunità che gli altri seguono, mostrando spesso segni di deferenza e rispetto nei suoi confronti. Un altro stupendo brano strumentale, una mini suite “pinkfloydiana”, piena di progressioni notturne che anestetizzano.

What else is there?
(The understanding, 2005)
Brano cantato da una sensuale e cristallina Karin Dreijer degli svedesi Knife, qui a metà strada fra una Björk in versione balneare e una Cindy Lauper d’annata.
I don’t know what more to ask for
I was given just one wish

It’s about you and the sun
A morning run
The story of my maker
What I have and what I ache for

Circuit breaker
(The understanding, 2005)
Le strobo di una discoteca all’aperto tolgono il sonno con cascate di bpm a dosi crescenti, e il contrappunto cantato al femminile ci resta incollato addosso, irrimediabilmente.

Triumphant
(The understanding, 2005)
Splendida sinfonia strumentale, valzer per sintetizzatori, il brano è il tentativo del duo norvegese di reinterpretare, in chiave modernista, le intuizioni di Brian Eno. L’arrangiamento è avvolgente, tra campanellini, synth e orchestrazioni perse in crescendo che preannunciano incontrollabili accelerazioni. Il synth si staglia leggero tra i sussulti nevrotici e cinici dell’impianto ritmico.

Happy up here
(Junior, 2009)


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