Micah P. Hinson

(1981, Memphis, Tennessee, USA)

Prese una tranvata sentimentale per una modella da poco vedova, ad Abilene, Texas, e non si è più ripreso. Si è intossicato di Valium e di qualsiasi altra cosa, ed è pure finito in galera che non aveva ancora vent’anni. La sua famiglia cristiana integralista non lo voleva più vedere (suo padre insegna psicologia all’università). P. sta per Paul, e lui ha l’aria un po’ nerd e la voce un po’ ubriaca. Scrive ballate, di quel genere che chiamano “Americana”. Ha avuto recensioni formidabili, ma non è il genere di canzoni che sentirete facilmente alla radio.

The day Texas sank to the bottom of the sea
(Micah P. Hinson and the gospel of progress, 2004)
“Ho aspettato molto quassù sugli alberi, cercando di impiccarmi con il pensiero di te”. Andamento lento, istruito da una chitarra inesorabile, e tristissima storia di otto minuti di lei che non lo vuole e lui progetta un suicidio messo a repentaglio dal rischio che nessuno se ne accorga. Violino e chitarra, bastanti. Cosa c’entri il titolo non si sa, ma non è niente male neanche quello.

Beneath the rose
(Micah P. Hinson and the gospel of progress, 2004)
Bellissima e definitiva. “Non mi troveranno mai, sottoterra, sepolto sotto una rosa. Tu sarai incoronata regina di tutto quello che avrai trovato, da sola”.

The possibilities
(Micah P. Hinson and the gospel of progress, 2004)
“Le possibilià sono infinite”. A metà del 2007 Hinson annullò le date del tour europeo per un grave dolore alla schiena. A una festa un amico lo aveva colpito per scherzo provocandogli una grave lesione ossea per cui aveva dovuto essere operato, con guai e interventi successivi. Ora sta meglio. Questa canzone, trasmessa in demo un po’ per caso dalla BBC, gli valse il contratto con l’etichetta britannica che lo distribuisce da allora.

The dream you left behind
(The baby & the satellite, 2005)
“I sogni non muoiono mai”. Poco prima di natale del 2007 Hinson ha suonato alla Union Chapel di Londra assieme ai Mountain Goats e altri artisti. Alla fine del suo set ha ufficialmente chiesto alla sua fidanzata Ashley – con lui sul palco – di sposarlo. Un po’ goffamente, ma tutti erano molto eccitati e commossi. Lei ha accettato.

She don’t own me
(Micah P. Hinson and the Opera circuit, 2006)
La prima operazione alla schiena era avvenuta prima che Hinson registrasse questo disco, messo insieme in condizioni piuttosto faticose e dolorose. “La ragazza con cui stavo allora mi aiutava in ogni cosa: ma anche se l’amavo era come se sapessi già che non avrebbe funzionato e volessi scrivere della nostra separazione prima che avvenisse. Poi avvenne, a Valencia”.

Don’t leave me now
(Micah P. Hinson and the Opera circuit, 2006)
Dolcissima e conclusiva di un disco che ha una stupenda copertina di gambe femminili in bianco e nero. Il titolo è abusato – Pink Floyd, Elvis Presley - e fu l’ultima canzone anche in un tardo disco dei Supertramp.

ascolta anche: Damien Jurado || M. Ward || Lambchop || Mark Kozelek

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