(1973, Dublino, Irlanda)
Rice è il più bravo dei cantautori di questo millennio. Il suo primo disco ebbe un successo formidabile in Irlanda, e allora decisero di rilanciarlo in Inghilterra e alla fine andò forte anche lì. Allora decisero di rilanciarlo in tutto il mondo, e a un anno di distanza conquistò il mondo, grazie anche a un intenso passaparola su internet. Le sue canzoni migliori sono le ballate sentimentali in cui ci si commuove: per non passare da sdolcinato, ogni tanto si mette a schitarrare e urlare forsennatamente, ma non gli viene quasi mai altrettanto bene.
Altri brani, non su Spotify
Rice è il più bravo dei cantautori di questo millennio. Il suo primo disco ebbe un successo formidabile in Irlanda, e allora decisero di rilanciarlo in Inghilterra e alla fine andò forte anche lì. Allora decisero di rilanciarlo in tutto il mondo, e a un anno di distanza conquistò il mondo, grazie anche a un intenso passaparola su internet. Le sue canzoni migliori sono le ballate sentimentali in cui ci si commuove: per non passare da sdolcinato, ogni tanto si mette a schitarrare e urlare forsennatamente, ma non gli viene quasi mai altrettanto bene.
The blower’s daughter
(O, 2002)
La più bella canzone d’amore del millennio, con buone probabilità di restarlo a lungo. Ebbe successivi rilanci man mano che le canzoni venivano riprese e riutilizzate, tra l’altro in Closer e poi in Il caimano di Nanni Moretti. L’incipit “And so it is...” ha la forza di un grande attacco letterario, ed è di quelli che restano in testa non per tutta la giornata, ma per tutta la stagione almeno. E poi ha dato nuova vita al verso “non riesco a staccarsi gli occhi di dosso”, fino ad allora celebre in versione riempipista nella canzone di Frankie Valli (“I love you, baby!”).
(O, 2002)
La più bella canzone d’amore del millennio, con buone probabilità di restarlo a lungo. Ebbe successivi rilanci man mano che le canzoni venivano riprese e riutilizzate, tra l’altro in Closer e poi in Il caimano di Nanni Moretti. L’incipit “And so it is...” ha la forza di un grande attacco letterario, ed è di quelli che restano in testa non per tutta la giornata, ma per tutta la stagione almeno. E poi ha dato nuova vita al verso “non riesco a staccarsi gli occhi di dosso”, fino ad allora celebre in versione riempipista nella canzone di Frankie Valli (“I love you, baby!”).
Amie
(O, 2002)
“Niente di insolito, niente di strano, vicini al nulla. Il solito scenario, la solita pioggia, e neanche un botto”. Canzone stupenda di speranze e piedi per terra, e archi che infiammano tutto quanto, e si piange.
(O, 2002)
“Niente di insolito, niente di strano, vicini al nulla. Il solito scenario, la solita pioggia, e neanche un botto”. Canzone stupenda di speranze e piedi per terra, e archi che infiammano tutto quanto, e si piange.
Delicate
(O, 2002)
Questo invece è uno dei casi in cui a una sublime dolcezza (la rima allelujah/nothin’-to-ya è miele in bocca) Rice fa succedere alla perfezione un momento aggressivo, e tutto viene benissimo: perché non esagera. Complice il violoncello.
(O, 2002)
Questo invece è uno dei casi in cui a una sublime dolcezza (la rima allelujah/nothin’-to-ya è miele in bocca) Rice fa succedere alla perfezione un momento aggressivo, e tutto viene benissimo: perché non esagera. Complice il violoncello.
Cannonball
(O, 2002)
(O, 2002)
There’s still a little bit of your song in my earAl momento di scegliere una canzone da promuovere in radio – non se ne poteva fare a meno, il successo montava – ci furono degli imbarazzi: il disco era bellissimo ma mancava la canzonetta leggera. Alla fine scelsero questa, aggiungendole un po’ di ritmo e percussioni alla bisogna, e accorciandola di due minuti.
There’s still a little bit of your words I long to hear
You step a little closer to me
So close that I can’t see what’s going on
Woman like a man
(B-sides, 2004)
L’unico grande pezzo rock di Rice, altrimenti formidabile solo intorno alle ballate. Qui c’è un giro tostissimo, testi torbidi e cattiveria il giusto. Uscì come lato B, ma lui ci ha aperto molti concerti, per far capire che non era lì per far commuovere le ragazzine.
(B-sides, 2004)
L’unico grande pezzo rock di Rice, altrimenti formidabile solo intorno alle ballate. Qui c’è un giro tostissimo, testi torbidi e cattiveria il giusto. Uscì come lato B, ma lui ci ha aperto molti concerti, per far capire che non era lì per far commuovere le ragazzine.
AA. Creep
(Glastonbuny jukebox, 2005)
È la canzone dei Radiohead, che era in effetti fatta a forma di canzone di Damien Rice, con l’alternanza di dolcezza sofferente e aggressività urlata: e lui l’ha fatta dal vivo nelle sue prime tournée, legandola a “The blower’s daughter”, in un’escalation di baccano rock. Uscì in un cd di una rivista inglese, ma si trova in rete, registrata in giro.
(Glastonbuny jukebox, 2005)
È la canzone dei Radiohead, che era in effetti fatta a forma di canzone di Damien Rice, con l’alternanza di dolcezza sofferente e aggressività urlata: e lui l’ha fatta dal vivo nelle sue prime tournée, legandola a “The blower’s daughter”, in un’escalation di baccano rock. Uscì in un cd di una rivista inglese, ma si trova in rete, registrata in giro.
Elephant
(9, 2006)
Se vuoi farla “sentire”, una canzone; se vuoi far passare come stai vivendo quelle cose che dici; come le “soffri”; beh, il rischio “rose rosse per te” (che non è niente male, ma un po’ sopra le righe) è in agguato: finisce che distorci le vocali che pari Piero Pelù, o che ti fai ridere dietro. Damien Rice no. In queste cose è bravissimo. È il più bravo del mondo a far passare tormento e vibrazioni come se fossero sincere, ogni volta. C’è un’emozione dentro ogni sillaba, e un sospiro non è mai fuori luogo. E poi, in “Elephant”, c’è la costruzione perfetta del modello di strofe lento-rock-lento.
(9, 2006)
Se vuoi farla “sentire”, una canzone; se vuoi far passare come stai vivendo quelle cose che dici; come le “soffri”; beh, il rischio “rose rosse per te” (che non è niente male, ma un po’ sopra le righe) è in agguato: finisce che distorci le vocali che pari Piero Pelù, o che ti fai ridere dietro. Damien Rice no. In queste cose è bravissimo. È il più bravo del mondo a far passare tormento e vibrazioni come se fossero sincere, ogni volta. C’è un’emozione dentro ogni sillaba, e un sospiro non è mai fuori luogo. E poi, in “Elephant”, c’è la costruzione perfetta del modello di strofe lento-rock-lento.
Grey room
(9, 2006)
Altro lento-rock-lento. Lui è lì, spappolato un'altra volta in questa stanza, ad aspettare che il telefono suoni, come la ragazza di “Buona domenica”. L’amore è così, che poi viviamo ogni volta le stesse cose banali di sempre e di tutti.
(9, 2006)
Altro lento-rock-lento. Lui è lì, spappolato un'altra volta in questa stanza, ad aspettare che il telefono suoni, come la ragazza di “Buona domenica”. L’amore è così, che poi viviamo ogni volta le stesse cose banali di sempre e di tutti.
Accidental babies
(9, 2006)
Qui, per esempio, siamo sulle solite dannate domande che ci facciamo quando te ne sei andata, e sappiamo che c’è un altro: non ci chiediamo chi ti apre lo sportello perché già lo sappiamo. Ci chiediamo “pensi mai a me? lui ti consola?”, e cose peggiori. Alla maggior parte di noi, grazie al cielo, manca il pianoforte: e così a un certo punto accendiamo la tv e ci passa.
(9, 2006)
Qui, per esempio, siamo sulle solite dannate domande che ci facciamo quando te ne sei andata, e sappiamo che c’è un altro: non ci chiediamo chi ti apre lo sportello perché già lo sappiamo. Ci chiediamo “pensi mai a me? lui ti consola?”, e cose peggiori. Alla maggior parte di noi, grazie al cielo, manca il pianoforte: e così a un certo punto accendiamo la tv e ci passa.
Coconut skins
(9, 2006)
(9, 2006)
Time is contagious
Everybody’s getting old
ascolta anche:
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The Civil Wars ||
Glen Hansarde
Altri brani, non su Spotify
AA. Creep | Damien Rice